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Corigliano Rossano, pestaggio mortale del fruttivendolo: l’aggressore indagato per omicidio respinge le accuse

Ha risposto a tutte le domande Salvatore Lagano, 44 anni di Corigliano, comparso ieri mattina dinanzi al Gip Biagio Politano del tribunale di Castrovillari dopo che in carcere gli era stata notificata l'applicazione di una seconda misura cautelare detentiva, poiché indagato in concorso in omicidio per la morte di Carmine Costa, il fruttivendolo di Corigliano deceduto il 19 settembre scorso dopo essere stato vittima di un violento pestaggio nello scorso mese di giugno.
Lagano è comparso dinanzi al Gip assistito dai suoi avvocati Giuseppe Vena e Giuseppe Bruno ed ha inteso rispondere a tutte le domande poste dal giudice, dichiarandosi estraneo ad ogni accusa e ripercorrendo le fasi della sua posizione ribadendo la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. I carabinieri del gruppo territoriale di Corigliano Rossano, guidati dal Maggiore Marco Filippi, lo avevano arrestato a seguito delle indagini che erano scattate quando Costa si era presentato al Pronto soccorso dell'Ospedale di Corigliano in gravi condizioni, affermando di essere stato vittima di una caduta accidentale.
Le ferite, però, che i sanitari hanno medicato non erano assolutamente compatibili con il racconto da lui fornito. Da qui è partita l'attività di indagine da parte dei militari che poco dopo sono risaliti a Lagano e in base alle risultanze investigative la Procura aveva chiesto la misura detentiva. Il Gip aveva già spiccato nei confronti di Lagano una misura cautelare in carcere per il reato di tentato omicidio, ma a seguito del sopravvenuto decesso di Costa il pubblico ministero Fabio Serracchiani ha chiesto e ottenuto di emettere una seconda misura cautelare questa volta con per l’accusa di concorso in omicidio con altri. Come è noto al momento risultano essere indagati, ma a piede libero, due fratelli di Corigliano, Leonardo Campana di 58 anni e Franco Campana di 56 anni, i quali a loro volta sono difesi dagli avvocati Giacinto D'Urso e Antonio Marino.

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