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Detenuto condannato per omicidio non fa ritorno nel carcere di Paola

Raffaele Calamita, 34 anni, era stato ritenuto responsabile di un agguato a Tropea

L’evaso. Raffaele Calamita 34 anni -condannato per omicidio - ha varcato il portone blindato delle casa circondariale di Paola il 28 settembre per un permesso premio concessogli dal magistrato di sorveglianza di Cosenza. Avrebbe dovuto ripresentarsi il 5 ottobre alle ore 9. Ma ha fatto perdere le sue tracce e “tecnicamente” la sua è catalogata come evasione. Calamita ha trascorso il periodo di sette giorni che gli era stato accordato ospite della casa parrocchiale della Madonna del Carmine di località Sotterra nella cittadina tirrenica del cosentino.
Il trentaquattrenne era stato condannato a 16 anni dalla Corte d’Appello. Tuttavia il suo caso, alquanto singolare, era stato riaperto dalla Cassazione un anno fa in accoglimento di una richiesta di revisione. Calamita era stato ritenuto responsabile dell’omicidio di Salvatore Russo avvenuto a Tropea nel 2012. L’evaso ha già scontato quasi 11 anni dietro le sbarre e la estinzione della pena (considerati sconti e benefici) era prevista per il 2026. Da tempo, per la buona condotta tenuta in carcere, godeva peraltro di permessi speciali.
Da quando era in cella Raffaele Calamita non aveva mai smesso di professarsi un uomo innocente, asserendo tra l’altro di essere stato vittima di un complotto. La sua è una storia particolare finita anche nei verbali dei collaboratori di giustizia.
L’uomo è difeso dagli avvocati Enzo e Francesco Galeota e da Giuseppe Mussari. Ed allo stato il suo caso è pendente davanti la Corte d’Appello di Napoli a seguito del processo di revisione deciso dalla suprema Corte di legittimità.

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