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Cosenza-Rende-Castrolibero città unica, 16 associazioni schierate contro il progetto

A difesa della città. Che sembra, almeno a sentire i vecchi protagonisti della classe politica rendese, presa d'assalto da "invasori" e da una strategia ben chiara che proviene d'oltre Campagnano.

Le Associazioni e i movimenti politico-culturali di Rende hanno indetto una assemblea popolare che si terrà giovedì 19 ottobre alle ore 17,30 presso l’hotel President di Quattromiglia di Rende, per dar luogo ad un confronto democratico sulla questione della Città Unica tra i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero e per assumere le conseguenti determinazioni. Ben 16 associazioni e diversi ex amministratori, insieme, propongono che, a seguito del dibattito, sia approvato un documento dal quale risulti «che non si esprimono posizioni campanilistiche né, tantomeno, pregiudiziali sulla Città Unica; Che allo stato non si ritiene praticabile una fusione a freddo dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, sia per ragioni finanziarie, essendo il Comune di Cosenza in dissesto per centinaia di milioni di euro; ed, inoltre, perché non è stato predisposto un adeguato studio di fattibilità sulla funzionalità della futura Città Unica; Che si procede, preliminarmente, alla sperimentazione, per almeno un triennio, della gestione unitaria della programmazione territoriale e dei servizi, attraverso l’istituzione dell’Unione dei Comuni, che comprenda anche il comune di Montalto Uffugo, già parte integrante dell’Area Urbana per storia, cultura, infrastrutture ed economia; Che l’istituzione dell’Unione dei Comuni e la conseguente attuazione dello studio di fattibilità dovranno essere deliberati dai Consigli Comunali delle municipalità e, dunque, dopo le elezioni del prossimo Consiglio Comunale di Rende; Che, se la sperimentazione dell’Unione sarà positiva, il progetto di Città Unica dovrà essere sottoposto a referendum deliberativo, da approvare a maggioranza dei voti espressi in ogni singolo comune. Ovviamente, il referendum sarà valido se parteciperà al voto il 50%+1 degli aventi diritto». I sottoscrittori del manifesto propongono anche che l’Assemblea individui un organismo rappresentativo a cui affidare il compito di illustrare le ragioni della Comunità Rendese nel confronto con gli altri Comuni, con la Regione Calabria, con l’Università della Calabria, con i rappresentanti istituzionali e con le forze politiche e sociali.

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