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L'aggressione nel carcere di Rossano, agente in ospedale col braccio rotto. Sindacati: “Quel detenuto era stato segnalato”

Ora dovrà essere operato: il detenuto è risultato soffrire di disturbi mentali

Assume contorni sempre più preoccupanti la situazione che si sta vivendo all’interno del carcere di Corigliano Rossano dove è avvenuta una ennesima aggressione ad un agente della polizia penitenziaria che è finito in ospedale e che dovrà essere operato d’urgenza. Purtroppo però, nonostante la frequenza allarmante con sui questi episodi si stanno verificando nel reclusorio di contrada Ciminata Greco, non vi è stato un intervento deciso da parte delle istituzioni preposte. L’ennesima gravissima aggressione nel carcere di Rossano, è avvenuta ad opera di un detenuto con problemi psichiatrici, contro un agente della Polizia Penitenziaria che ha riportato la frattura del braccio e dovrà essere operato. Il detenuto, all'uscita della cella nel mentre si stava recando all’area dei passeggi, senza motivo, ha aggredito l’agente. Si è anche appurato che solo il giorno prima, sempre lo stesso detenuto, aveva spaccato la cella e buttato addosso agli agenti di guardia pezzi di ceramica del water e del lavandino, mentre quale giorno addietro sembra che avesse detto allo psichiatra che avrebbe “spaccato” qualche poliziotto. Ieri l’aggressione e nella colluttazione il detenuto è caduto addosso al poliziotto causandogli la frattura dell’omero, per cui dovrà essere operato in breve tempo.

L'indignazione della Fp Cgil Polizia penitenziaria

«Un detenuto con disturbi psichiatrici ha aggredito un agente di Polizia penitenziaria causandogli una frattura ad un braccio», rincara la dose Angelo Boeti, coordinatore regionale Calabria della Fp Cgil Polizia Penitenziaria. «L’intervento dei soccorsi è stato immediato e l’agente ferito è stato prontamente trasferito al pronto soccorso per le cure del caso, ma si evidenzia la drammaticità dell’evento e la mancanza di adeguata risposta alle precedenti richieste di trasferimento del detenuto responsabile, nonché il pericolo che tali eventi, in mancanza di risposte disciplinari nei confronti di questi soggetti violenti, inneschino anche comportamenti di emulazione da parte degli altri detenuti che percepiscono un sostanziale senso di impunità. Considerata la nota carenza di organico rispetto a quello previsto, questo può determinare una miscela esplosiva».

Gli fa eco Mirko Manna, Fp Cgil Nazionale: «Rivolgiamo gli auguri di pronta guarigione e vicinanza all’agente vittima dell’aggressione e preoccupazione per la sicurezza e le condizioni di lavoro del personale penitenziario. Occorre assicurare con immediatezza la sicurezza degli agenti di Polizia Penitenziaria. È essenziale che si adottino provvedimenti risolutivi per la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici e per il rafforzamento dell’organico. La sicurezza non può essere compromessa da ritardi burocratici o mancanza di risorse».

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