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Cassano, via gli “inquilini” abusivi dalla vecchia chiesa di Sant’Eusebio

L’edificio sacro era diventato abitazione, magazzino e officina. Blitz del Comune con i carabinieri guardia di finanza e polizia

La vecchia chiesa di Sant’Eusebio a Sibari, ormai sconsacrata, era diventata un magazzino. Al suo interno, nonostante in alto campeggiasse ancora la croce di Cristo, si poteva trovare un banco da lavoro di un meccanico, un quad, bici e moto e tanto materiale accatastato lì e pronto all’uso. Nella canonica, invece, si festeggiavano i compleanni tanto è vero che i palloncini a elio vi erano rimasti affissi. In un magazzino retrostante, tanto per fare un altro esempio, vicino alla fonte battesimale, era possibile trovare due barbecue pronti ad entrare in funzione.
Si era ridotta così l’area della ex chiesa dell’area del Centro Servizi di Sibari che, dopo essere stata sconsacrata dalla Diocesi di Cassano All’Jonio era tornata in possesso del Consorzio di Bonifica di Trebisacce.


Enti che, a loro volta, non hanno mai tenuto più di tanto a verificarne cosa fosse diventata col passare dei mesi. Di recente, poi l’amministrazione comunale, aveva acquisito i diritti sull’area per riqualificarla e farla tornare a nuova vita e così si è deciso per emanare un’ordinanza di sgombero visto che, a quanto pare, era stata occupata abusivamente. Lo Stato, così, è entrato in azione ieri mattina. Presente l’amministrazione comunale, tecnici, dirigenti comunali e tutte le forze di polizia: Carabinieri, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Locale tutte con l’obiettivo di riportare la legalità nell’area. «Una ex Chiesa – ha tuonato il sindaco Giovanni Papasso – che era diventata un magazzino. Una cosa impensabile e che non era più tollerabile. Qui va ricordato che sono stati celebrati matrimoni, battesimi, tanti sacramenti compresa la commemorazione di tanti defunti di Sibari che purtroppo non ci sono più. È un luogo che stiamo recuperando e che vogliamo trasformare in un centro a fruizione sociale per i cittadini».

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