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Il romeno, il cinese e l’italiano insieme a Cosenza nella truffa contro lo Stato

Indebita percezione del reddito di cittadinanza: un arresto e 900 indagati

Il romeno, il cinese e l’italiano. Sono i tre protagonisti della maxitruffa scoperta dalla procura bruzia. Una truffa che ruotava intorno a una “fabbrica” di pratiche istruite per far assegnare indebitamente a cittadini stranieri l’ormai famigerato reddito di cittadinanza. Novecento gli indagati smascherati dai finanzieri coordinati dal colonnello Giuseppe Dell’Anna. Un piccolo esercito di percettori del beneficio assicurato dallo Stato fino a qualche mese fa alle persone meno abbienti. La “fabbrica” aveva la sua filiera produttiva nella sede di un Centro di Assistenza Fiscale del centro storico bruzio - “Caf Labor” - nel quale prestava la propria opera di collaboratore Cristian Sebastian Teglas, 26 anni, un romeno pienamente integrato nell’area urbana che è stato arrestato per ordine del gip Manuela Gallo. L’umo lavorava gomito a gomito - come sembrano dimostrare le intercettazioni telefoniche e ambientali - con Maurizio Zicarelli, 61 anni, per il quale la magistratura inquirente aveva chiesto senza ottenerlo un provvedimento cautelare.
Al presunto raggiro avrebbe oferto il proprio contributo pure un cinese, Chen Junping, 45 anni, titolare di un esercizio commerciale a ridosso dell’Autostazione bruzia, nel quale erano inviati a usare le carte del Rdc i romeni beneficiari. La Finanza ha accertato decine di pagamenti per un valore com0plessivo di 500.000 euro, riscontrando pure che il quarantacinquenne orientale sarebbe un evasore totale del Fisco. Anche per l’uomo proveniente dal Paese della Grande Muraglia la procura aveva chiesto una ordinanza cautelare che, però, il Gip non ha ritenuto di emettere.

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