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Cosenza, il messaggio dell'arcivescovo Gianni Checchinato: "Il presepe per vedere con gli occhi del corpo"

Alle 23.30 la messa in Duomo. L’appello: serve più amore, il nostro tempo scorre troppo in fretta

Il miracolo si compirà ancora. Come accade, ormai, da duemila anni. Il Verbo si farà carne, un prodigio di fede che viene celebrato dal popolo cristiano. A mezzanotte le campane delle chiese cittadine annunceranno il Natale, l’eternità di un mistero, la rivelazione che diventa testimonianza visibile della Verità. Gesù rinasce dentro il presepe e insieme a lui prova a rinascere anche questa nostra umanità sporcata dall’odio dei conflitti. La guerra assedia il nostro mondo, tutti i popoli ne sentono il rumore, vedono la morte sempre più vicina. Da quasi due anni si combatte e si muore in Ucraina. Ma non c’è solo l’Ucraina. Ci sono guerre dimenticate, e, poi, c’è l’olocausto del popolo di Gaza che anche l’Onu (organizzazione creata proprio per scongiurare definitivamente la guerra) fatica a riconoscere. Gesù Bambino viene alla luce in mezzo alle macerie delle migliaia di corpi straziati e degli ospedali dei bambini disintegrati dalle bombe e dai droni israeliani. Un Natale di dolore perché i potenti della terra ostacolano il difficile processo di pace in Palestina (ma anche in Ucraina) perché, in fondo, la guerra è un business. Armi da vendere e porzioni di territorio da spartirsi per la ricostruzione post-bellica fanno girare montagne di quattrini.
In questi giorni, in ogni chiesa si è pregato per la tregua di Natale. Il Bambinello è testimone dell’amore di Dio verso il suo popolo. Un miracolo sottolineato anche dall’arcivescovo, monsignor Gianni Checchinato, nel suo messaggio alla comunità dei fedeli della città con un discorso che mette al centro il presepe: «Celebriamo quest’anno l’ottavo centenario della prima rappresentazione della nascita di Gesù suscitata dal desiderio di Francesco d’Assisi di “vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato” il Figlio di Dio nella sua nascita. “Vedere con gli occhi del corpo” è una indicazione molto importante per la nostra esperienza di fede e per la nostra preghiera ed è una disposizione che talora dimentichiamo, pensando che il nostro rapporto con il Signore si giochi tutto, o quasi esclusivamente, nella nostra testa, coi nostri pensieri e le nostre deduzioni razionali; la scelta del poverello di Assisi ci aiuta a entrare nel mistero della fede con la totalità di noi stessi, a fare contatto con la storia di Gesù attraverso i nostri sensi, dato che la festa del Natale vuole annunciarci proprio la grande verità della Incarnazione del Verbo di Dio».

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