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Infiltrazioni, wifi inefficiente e visitatori in calo: la lenta agonia del Museo del Presente di Rende

L’importante struttura culturale vive una difficile stagione di abbandono

È sempre troppo poco il tempo che ognuno di noi dedica alla cultura. Figuriamoci se poi i luoghi deputati a ciò vengono meno. O, peggio, rischiano di essere dimenticati. È il caso del Museo del Presente. Situato a Roges, vicino al Centro Commerciale Metropolis, è stato inaugurato a giugno del 2004. L’edificio occupa circa 3.500 mq suddiviso in numerose sale. Il Museo del Presente, oltre a esporre temporanee opere d'arte moderna e contemporanea, nasce come punto d'eccellenza per l’allestimento di mostre fotografiche, cineforum, spettacoli, convegni e presentazioni di libri.
Oggi però sembra assistere, inerme, ad una fase di decadenza senza precedenti. Siamo andati a visitare la struttura: la situazione è preoccupante. Intanto, le mostre. Dal 2 dicembre scorso, quindi da oltre un mese, tutto è fermo. Nessuna programmazione in corso né in prospettiva. Gli ultimi convegni, pochi, nella sala Tokyo sono stati svolti a novembre. C’è poi la mostra permanente sul futurismo, donata da Bilotti, ma non visitabile. Ma questi sono solo una parte dei problemi del Museo. Il vero dramma è la struttura in sé, nonostante la “giovane” età. I condizionatori funzionano a metà, cioè a dire in una parte del Museo si ed in una parte per nulla. L’ascensore è non funzionante da chissà quanti mesi; così come i bagni non utilizzabili da anni. Si attraversano i saloni dove le infiltrazioni d'acqua sono più che visibili. Mentre alcune opere, per precauzione, sono state poggiate a terra, momentaneamente, per preservarle. Acqua? Manco a parlarne. Non c’è. E non funziona neppure l’internet cafè, appena entri. Il wifi? Non pervenuto. I microfoni per gli incontri pubblici? Mal funzionanti e quasi arrugginiti. Veramente una situazione paradossale, che non parte da oggi. Anzi. Capitolo dipendenti: sono in sei. Un custode comunale e cinque della Rende Servizi. Pochi o tanti? Il problema, per come abbiamo avuto modo di apprendere, è tuttora l'inquadramento lavorativo. Molti sono stati assunti dalla società in house del Comune con la qualifica di operatore e la mansione di “custode” ma in verità fanno tutto. Dalla fase organizzativa alla gestione della struttura. Alcuni hanno anche i titoli giusti per occuparsene pienamente ma, finora, non sono stati valorizzati appieno per le potenzialità che potrebbero esprimere. Il loro contratto prevede 20 ore settimanali e 4 ore al giorno, rispetto alle 36 aumentate a tutti gli altri operatori della Rende Servizi. I numeri? 6000 visitatori in media nell'ultimo anno. Ma sporadici, se si esclude ad esempio l'evento come “Geni comuni” che, da solo, riesce a calamitare un quarto di chi fa tappa al museo. Cosa fare allora? Chi deve occuparsene? Cosa si vuole fare? E quando? "Il Museo? Una Ferrari parcheggiata in garage", è l'esempio emblematico che fanno alcuni addetti ai lavori. Manca, da mesi, anche il direttore artistico dopo il saluto di Roberto Sottile. Per la centralità, per le potenzialità inespresse, il Museo del Presente deve vivere.

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