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Cosenza, il disagio sociale nella terra senza lavoro

Secondo l’Istat l’indigenza cresce con l’aumento dei conviventi sotto lo stesso tetto e la soglia della povertà si alza ancora

Una mamma con la sua bambina in fila in una mensa per l'assistenza ai bisognosi in un'immagine d'archivio. ANSA/MATTEO BAZZI

L’ultimo rapporto dell’Istat fotografa gli scenari delle disuguaglianze. La sofferenza si dilata man mano che crescono i figli. Ogni discendente alza l’asticella della soglia di povertà. In una città come Cosenza, sopra i 50mila abitanti, il limite minimo di reddito di una famiglia composta da una persona sola di età compresa tra 18 e 29 anni è di 764,34 euro (poco più di 25 euro al giorno). Per una famiglia tipo, con tre figli tra 11 e 17 anni e i due genitori, servono almeno 1.775,12 euro per non sprofondare nell’indigenza. Mensile che sale a 1.813,23 euro (poco più di 12 euro al giorno a testa) se il target anagrafico dei figli si sposta nella fascia 18-29 anni (spese universitarie e altre necessità). Cosenza, dunque, galleggia nella penombra di numeri agghiaccianti che la inchiodano saldamente alla zona rossa della sostenibilità. In una famiglia con 5 persone si deve vivere con almeno 12 euro al giorno per non essere considerati poveri. Dodici euro che devono bastare procurarsi cibo, acqua, medicine e pagare le tasse. Secondo l’Istat, le famiglie che alle nostre latitudini sono maggiormente colpite dal ciclone dell’indigenza sono quelle più numerose e con figli ancora minorenni. Il 10% dei nuclei vive in povertà assoluta.

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