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Cosenza, blitz della Penitenziaria: droga e telefoni in carcere

Viaggio nell’“altro mondo”, quello protetto da sbarre e da mura alte, cinte di filo spinato. Un mondo inquieto dal quale risalgono le vicende di questi ultimi giorni. Scoppiano le carceri in Calabria secondo un algoritmo senza logica, tra numeri che non tornano, storie, grafici e tabelle. Da quel mondo inquieto e oscuro risalgono urla d’angoscia che non sono più isolate. Un mondo di sepolti vivi, ovunque in sofferenza, tra vuoti nell’organico della polizia penitenziaria e una popolazione detenuta che continua ad aumentare. Uno scenario livido che si vive in tutti gli istituti di pena della regione. Più volte le organizzazioni sindacali hanno denunciato le voragini che si spalancano nella pianta organica della polizia penitenziaria che assicura i servizi nelle dodici case circondariali calabresi. Una presenza sempre più ridotta e non aggiornata alle esigenze di leggi e regolamenti previsti nei luoghi di reclusione.
Ma, nonostante, le difficoltà e le rinunce per ragioni di servizio, i detective della penitenziaria di Cosenza sono stati protagonisti di ben due operazioni negli ultimi giorni. Blitz che hanno permesso di intercettare all'interno del penitenziario ben sei telefoni cellulari, compresi smartphone e micro telefoni, e ben 27 involucri contenenti sostanze stupefacenti suddivise in dosi.
I risultati di queste due “battute di caccia” all'interno dell’istituto di pena cosentino restano sbarrati in mezzo agli omissis, confinati dentro i verbali redatti dagli investigatori.

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