Una tonnellata di marijuana “made in China”. Piantata, coltivata, essicata e impachettata in anonimi capannoni industriali di Santa Sofia d’Epiro, Luzzi, Corigliano Rossano, Amato e Castrovillari. Una filiera produttiva inimmaginabile - allestita a dispetto della ‘ndrangheta - capace di rifornire il mercato di tre diverse città della placida e permissiva Olanda: Steenbergen, Arnhem e Roermond. Una filiera disarticolata con un certosino lavoro d’intelligence dai poliziotti del questore Giuseppe Cannizzaro. Gli investigatori del commissariato di Corigliano Rossano, diretti da Giuseppe Zanfini e quelli della squadra mobile di Cosenza, coordinati da Gabriele Presti, hanno lavorato per cinque mesi spalla a spalla ricostruendo le tessere di un mosaico criminale incredibile. Tutto comincia nel luglio scorso con il ritrovamento all’interno di un capannone industriale posto nelle campagne di Santa Sofia d’Epiro con all’interno una enorme piantagione di “erba” illuminata dal sole artificiale di lampade speciali, irrigata da un sistema d’irrigazione infallibile e coltivata con concime particolare. Nella struttura c’era poi tutta una parte dedicata al confezionamento dello stupefacente.
I poliziotti hanno sequestrato 241 chili di droga pronta alla commercializzazione, un mazzo di chiavi e fermato tre “lavoranti” cinesi. Quattro giorni dopo stesso scenario in un capannone di Luzzi con il rinvenimento di altri 250 chili e nei dieci giorni successivi medesimo contesto in un capannone nella zona di Amato (Catanzaro) con il ritrovamento di 128 chili. Il rapporto investigativo inviato al procuratore di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, ha fatto emergere l’esistenza evidente di un traffico di stupefacenti indirizzato verso l’estero. Il capo della magistratura inquirente del Pollino ha inviato gli atti per competenza alla procura distrettuale, guidata da Vincenzo Capomolla che ha ulteriormente sviluppato l’inchiesta affidata al pm Stefania Paparazzo. E sono partite intercettazioni ambientali, riprese con microtelecamere e collocati Gps sull’auto - una Mercedes con targa olandese - notata nelle zone oggetto dei ripetuti blitz. I controlli svolti dai poliziotti del questore Cannizzaro hanno consentito di scoprire le attività produttive e di commercio svolte da una coppia con residenza nella centrale via delle Querce a Castrovillari. Ogni loro mossa è stata filmata e ogni loro sospiro registrato. Di più. Tutti i pacchi spediti dai sospettati con poste private sono stati bloccati a Roma e Milano, aperti e controllati e poi non sequestrati per fare in modo che arrivassero nelle città olandesi dove erano destinati. Poi è stata avvertita la polizia dei Paesi Bassi che è intervenuta arrestando i destinatari e sequestrando in territorio straniero lo stupefacente. In un anno - secondo quanto emerge dalle indagini della Polizia - nella terra della ‘ndrangheta e senza che boss e picciotti se ne accorgessero, i cinesi hanno prodotto 1100 chili di marijuana destinata al Nordeuropa. Incredibile ma vero. Ieri il blitz nella città del Pollino dove, in un capannone dell’area industriale sono stati sequestrati altri 580 chilogrammi di “erba”. Il procuratore Capomolla e il pm Paparazzo hanno firmato 5 decreti di fermo nei confronti di altrettanti cittadini cinesi (due dei quali bloccati a Salerno). Ora il procuratore Alessandro D’Alessio - che ha lavorato in sinergia con la Dda - chiederà la convalida dei provvedimenti al Gip.
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