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Cosenza, a tavola non s’invecchia... si resta digiuni: rincari alle stelle ovunque

L’Istat ha rilasciato i dati dell’inflazione media registrata nel 2023. Cosenza ha chiuso con un indice medio del +6,1%. Cibo e bevande, rincari record (+13,1%). Ma è diventato un lusso pure mangiare al ristorante (+7,8%). Salto in alto anche dei prezzi di vestiti e scarpe (+3,3%), trasporti (+3,4%), spettacoli e cultura (+2,9%)

ROMA (ITALPRESS) – Una ricca tavola tricolore. Imbandita a Bruxelles dall’Associazione cuochi italiani in Belgio con l’alto patrocinio dell’ambasciata d’Italia e la collaborazione, tra gli altri, dell’ufficio di Cna Bruxelles, si terrà domenica 10 e lunedì 11 ottobre in occasione della Festa nazionale del cuoco. L’iniziativa nasce per “valorizzare la tradizione culinaria dell’Italia come parte

È vero, magari a tavola non s’invecchierà di certo ma di questo passo si rischia di dover fare i conti con i morsi della fame. E non è sicuramente una questione di dieta intermittente o chetogenica, di calorie o di bioritmi. Il problema è di natura strettamente finanziaria. Il nuovo anno nasce sui frammenti di un 2023 che l’Istat ha mandato in pensione nel segno di un’ inflazione record. A Cosenza una famiglia media ha dovuto spendere 1.139 euro in più rispetto all’anno precedente (chiuso con un esborso aggiuntivo di 1.662 euro) con un’inflazione media sui dodici mesi del 6,1% che è andata a peggiorare il dato di un anno fa che era stato chiuso già in mezzo a nuvole d’ira di un rialzo stimato in un +8,1%. Nel cono d’ombra sono finite quelle poche certezze economiche e occupazionali che sostenevano questa terra. E il futuro è saldamente ancorato a previsioni negative con una nuova raffica di aumenti che rischia di riproporre quel clima di incertezza al quale ci hanno abituati da qualche anno a questa parte.

Lo scenario

Nella penombra dell’incertezza economica si raccoglie tutta la malinconia di questo nostro tempo. Tristezza e dolore sono le lance conficcate nel fianco scoperto di questa nostra terra, schiacciata dagli effetti devastanti dell’inflazione e dei rincari energetici. Quello che è accaduto negli ultimi dodici mesi viene rischiarato da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che raspa la terra tra le macerie in mezzo alla paura: «Purtroppo Cosenza non solo ha un’inflazione più alta di tutte le altre città della Calabria e della media italiana, ma la divisione peggiore è quella dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche che nel 2023 sono rincarati del 13,1% rispetto al 2022, contro un +10% dell’Italia e un +10,8% della Calabria. Un fatto molto preoccupante e grave considerato che si tratta della spesa obbligata per eccellenza, visto che tutti prima o poi dobbiamo mangiare». Sono parole che sembrano la tranquilla constatazione di una scoperta sulla quale non è nemmeno necessario spendere troppe parole.

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