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Inchiesta Castrovillari, l'organizzazione cinese smantellata e la scoperta del quinto “capannone della droga”

Smantellata dai poliziotti un’organizzazione cinese che gestiva l’industria della marijuana. La scorsa estate erano state sequestrati altri quattro capannoni tra Santa Sofia d’Epiro, Luzzi, Corigliano Rossano e Catanzaro. Ieri l’epilogo nella zona Pip della cittadina del Pollino

L’invisibilità, la capacita di mimetizzarsi: si presume fosse quella la garanzia criminale, il sigillo che dava forza agli affari “off shore” dell’organizzazione cinese smantellata (definitivamente) ieri mattina a conclusione dell’indagine – coordinata dal questore Giuseppe Cannizzaro – condotta dagli agenti del Commissariato di Corigliano Rossano – diretti dal vicequestore Giuseppe Zanfini – col supporto degli agenti della squadra mobile della Questura bruzia diretti dal vicequestore Gabriele Presti.
Producevano marijuana i cinesi. La producevano e la esportavano in Olanda con un complesso sistema capace di mimetizzarsi non solo alle cosche locali ma anche, e per un certo periodo, alle forze dell’ordine. L’indagine – coordinata in principio dal capo della Procura di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, e passata successivamente alla Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Vincenzo Capomolla – ha messo in luce lo sviluppo, in Calabria, con basi nel cosentino e nel catanzarese, di una strana, benché peculiare, sperimentazione d’impresa globalizzata all’insaputa (?) delle ’ndrine: il che la dice lunga sulla complessa gestione degli affari da parte degli imprenditori orientali. La trama di questo articolato romanzo criminale che si sviluppa tra la Calabria e i Paesi Bassi l’hanno scritta i poliziotti con una complessa indagine che ha richiesto tattiche tradizionali di pedinamento e osservazione. La storia inizia a metà luglio dello scorso anno con la scoperta del primo capannone attrezzato per la coltivazione di marijuana a Santa Sofia d’Epiro. Pochi giorni dopo i poliziotti arrivarono in contrada Linze, nel territorio di Luzzi, e lo scenario fu identico. Passerà meno di un mese (dopo il ritrovamento di un terzo laboratorio dismesso a Corigliano Rossano) e la storia si ripeterà in modo identico nel comune di Amato in provincia di Catanzaro. In totale verranno sequestrati circa otto quintali di marijuana che aggiunti a quelli sequestrati ieri mattina si supererà abbondantemente la tonnellata. Il quinto capannone era nascosto nella zona industriale di Castrovillari. Il ritrovamento degli altri quattro e i relativi arresti (tre cinesi, due donne e un uomo, e un quarantenne di Corigliano Rossano) non avevano scalfito il progetto industriale. La droga continuava a essere prodotta e spedita nei Paesi Bassi. Però stavolta la procedura era seguita passo passo dai poliziotti. Le spedizioni venivano effettuate con normali corrieri.

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