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Cosenza, stipendi “gonfiati” all'Azienda Ospedaliera: 10 giorni di sospensione a Sacco

Il vicepresidente del consiglio comunale coinvolto nello scandalo. Si allarga intanto l’inchiesta avviata dalla procura bruzia

Le sanzioni e i nuovi retroscena. Lo scandalo sui cosiddetti “stipendi gonfiati” all’Azienda ospedaliera registra un primo passo in avanti legato alle sanzioni comminate dalla Commissione disciplinare aziendale ai dipendenti beneficiari di emolumenti non dovuti.
A Roberto Sacco, che avrebbe percepito circa 20.000 euro, sono stati inflitti 10 giorni di sospensione dal lavoro e dallo stipendio; a Giuseppe Ippolito, che avrebbe materialmente inserito i dati fittizi nel sistema toccherà rimanere fuori dagli abituali uffici di lavoro per sei mesi, periodo durante il quale non godrà di retribuzione.
La posizione di Sacco sembra creare (o almeno dovrebbe) qualche imbarazzo tra la maggioranza di governo municipale perchè l’impiegato della Ao è attualmente vicepresidente del consiglio comunale e presidente della Commissione di controllo e garanzia di Palazzo dei Bruzi.

Certo, le sanzioni inflitte sembrano non corrispondere a quanto ci si sarebbe aspettato dopo le dichiarazioni rese sulla questione dal commissario calabrese alla sanità, il presidente Roberto Occhiuto, che sembrava addirittura auspicare un licenziamento dei dipendenti coinvolti nello scandalo. Va avanti, invece, l’inchiesta penale avviata dalla procura diretta da Mario Spagnuolo. La Guardia di finanza ha acquisito supporti informatici, documenti, cedolini di pagamento e incrociato i dati relativi a una serie di singole posizioni di lavoratori aziendali. L’impressione che si riceve a palazzo di giustizia è che le indagini siano state allargate anche a persone diverse da quelle originariamente segnalate dalla stessa Azienda ospedaliera alla magistratura. Altri dipendenti hanno ricevuto paghe superiori a quelle dovute? Sembrerebbe proprio di si. Il riserbo investigativo è impenetrabile ma presto potrebbero registrarsi altri sviluppi nelle indagini.

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