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Cosenza, gli studenti del ‘Della Valle’ portano in piazza il loro disagio: “Siamo in ritardissimo con l'orientamento”

I ragazzi lamentano una fase di declino cominciata da qualche anno. Gite d’istruzione, uscite didattiche, iscrizione all’Unical sono i nodi del braccio di ferro in atto col management del liceo

Slogan, cori, striscioni. Sono stati d’animo di un malessere che ribolle da tempo nelle viscere di uno degli istituti d’istruzione più antichi della città. Un presidio di formazione germogliato nel marzo del 1862 a Portapiana come anticamera di un magistrale, sotto le insegne di Scuola Normale per maestri (all’epoca era per soli maschi). Un luogo di pensieri e di saperi che, in poco meno di 162 anni, ha attraversato le scansioni del tempo. Una storia che si è intrecciata, inevitabilmente, con lo sviluppo a Nord della città. E oggi è diventato un importante liceo, dedicato a Lucrezia Della Valle (poetessa, nipote di Sertorio Quattromani), e nelle sue aule, oltre alla lingua, si coltivano anche le arti e le scienze.
Da qualche tempo, però, il destino della scuola sembra attraversare una curva pericolosa della storia. Uno scenario livido che, ieri, ha ispirato la protesta degli studenti. Del resto, il sacrosanto diritto dei ragazzi a manifestare le proprie opinioni è stato ricordato, nei giorni scorsi, dal presidente Sergio Mattarella, dopo gli scontri di Pisa. A differenza della Toscana, però, qui i giovani hanno dato prova di maturità, decisi a denunciare pacificamente quel profilo “addormentato” che da un paio d’anni mostra rassegnata la loro scuola. Preoccupazioni che sono state elencate in una nota che è diventata il manifesto della battaglia. La loro determinazione è come un’onda d’urto che serve a scuotere il management dell’istituto.

Per capire le tensioni da vicino bisogna seguire il filo delle rivendicazioni degli studenti, ragazzi che temono che l’attuale fase possa pesare come una cambiale sul loro futuro. «Purtroppo, è mancato l’orientamento agli studenti delle quinte all’Unical, e quando sarà il momento di andare si ritroveranno in netto ritardo rispetto ai bandi di iscrizione». L’intesa non ci sarebbe persino sulle uscite didattiche «definite dalla dirigente stessa “accessori” o “tempo perso”, dando la colpa a queste per l’andamento scolastico non massimale, cosa non vera perché una persona se vuole studia sia con che senza uscite». Analoghi problemi con i viaggi d’istruzione. «Ci hanno proposto stage a Valencia con completa disorganizzazione, costo elevato (come tutti gli stage) che creano un disagio per le famiglie ma anche agli stessi allievi che si sentono privati di un viaggio semplicemente perché non hanno la disponibilità economica».

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