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Omicidio Aquino a Corigliano Rossano, le difese iniziano a dare battaglia a colpi di eccezioni

Bruno Arturi dovrà tornare davanti al gip distrettuale. Dal processo è escluso il traffico di droga

La Corte di Assise di Cosenza si è pronunciata sulla raffica di eccezioni sollevate dalle difese per quanto riguarda il processo per la morte di Pasquale Aquino, il pregiudicato di 57 anni di Corigliano, freddato da una scarica di colpi di pistola la sera del 3 maggio del 2023 davanti alla porta della sua abitazione a Schiavonea. La Corte, presieduta dal presidente Paola Lucente (giudice a latere Francesca De Vuono), ha infatti dichiarato nullo il decreto che dispone il giudizio nei confronti di Bruno Arturi, 20 anni, trasmettendo gli atti al gip distrettuale di Catanzaro per la nuova fissazione dell’udienza preliminare, ciò per difetto di notifica sulla data dell’udienza. Rigettate tutte le altre eccezioni preliminari sollevate nella precedente udienza dalle difese degli imputati, rappresentate dagli avvocati Giovanni Zagarese, Gianni Scatozza, Pasquale Di Iacovo e Antonio Pucci, che, oltre chiedere di dichiarare la nullità del decreto di rinvio a giudizio poiché alcuni atti relativi alle indagini preliminari non sarebbero stati leggibili, avevano contestato anche il fatto che non sarebbero state messe a loro disposizione tutte le copie delle intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Definita, quindi, la posizione di Bruno Arturi, ha preso avvio il processo per gli imputati Francesco Le Pera, di 22 anni ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del delitto, Manuel Intrieri detto Zuzù anch’egli 22enne, Giorgio Arturi, di 40 anni e Annamaria Iacino di 37, moglie di Giorgio Arturi.
La Corte, infine, ha deciso che gli imputati, in questo processo, non dovranno rispondere sia dei reati di traffico di droga, favoreggiamento e danneggiamenti, ma soprattutto del tentato omicidio di Cosimo Marchese, avvenuto a un mese di distanza dal delitto Aquino, definendone la competenza materia al tribunale collegiale di Castrovillari, accogliendo l’eccezione sollevata dall’avvocato Di Iacovo. Nel corso dell’udienza, come preannunciato, i familiari di Pasquale Aquino si sono costituiti parte civile, per il tramite degli avvocati Pasquale Daniele Delle Femmine del foro di Santa Maria Capua Vetere e Dario Gareri del foro di Catanzaro. Tra i passaggi salienti dell’udienza, la richiesta dell’avvocato Giovanni Zagarese, a cui ha dato eco l’avvocato Scatozza, che ha chiesto di acquisire il verbale illustrativo riguardo a Francesco Cofone, anche lui arrestato all’epoca dell’operazione condotta dai carabinieri del reparto territoriale di Corigliano Rossano e coordinata dalla Dda di Catanzaro, e che si era poi tolto la vita nel carcere di Taranto, poiché aveva manifestato l’intenzione di collaborare con i magistrati antimafia titolari dell’indagine.

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