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Omicidio Romeo a Cassano, Franco Abruzzese “Dentuzzo” non fu il mandante

La Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha assolto l'uomo

Franco Abbruzzese

Dopo quattro processi di merito e tre in Cassazione, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha scritto l’ultima pagina dibattimentale riguardante l’assassinio di Giuseppe Romeo assolvendo Franco Abruzzese “Dentuzzo” per non aver commesso il fatto.
I giudici catanzaresi (presidente Carlo Fontanazza, a latere la dottoressa Barbara Saccà), accogliendo le argomentazioni della difesa dell’imputato, rappresentato dall’avvocato Roberta Provenzano di Cosenza, hanno stabilito che non fu Abbruzzese, 54 anni di Cassano, ad ordinare l’omicidio di Romeo, uomo ritenuto allora vicino al clan di Leonardo Portoraro, e i cui esecutori materiali furono i due pentiti Cosimo Scaglione e Pasquale Perciaccante, che il 15 luglio del 1999, quasi trent’anni fa, cagionarono la morte dell’uomo, allora 42enne, caduto sotto il fuoco di una 38 magnum. I fatti dell’epoca raccontano che ad eseguire l’agguato fu un killer di Castrovillari, Cosimo Alfonso Scaglione, poi fuggito in Romania – alla fine del programma di protezione che gli era stato assegnato a seguito del pentimento – dove è morto tre anni fa. Il sicario giunse sul posto in sella a una moto guidata da Pasquale Perciaccante, poi divenuto anch’egli collaboratore di giustizia.

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