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Corigliano Rossano, minacce alla presidente della Pro Loco

Nuovo inquietante episodio intimidatorio: indagini dei carabinieri del Reparto territoriale

Un foglio di carta scritto a stampatello, con le lettere ben definite, con l'aiuto di un righello. Poche parole che racchiudono minacce di morte e ingiurie di ogni tipo recapitate nella cassetta della posta. È questo l'inquietante ritrovamento fatto da Valeria Capalbo presidente della Pro Loco di Corigliano, impegnata da anni su questo fronte per la promozione del territorio e valorizzazione delle tradizioni locali, portando avanti e gestendo una serie di eventi in città, soprattutto nel periodo estivo.
Il foglio di minacce e offese era lì nella cassetta postale e tra le righe faceva capire che l'autore conosceva bene anche abitudini e movimenti della presidente del sodalizio ausonico. Quindi minacce dirette e precise, nulla di “velato”, ma una azione mirata ad intimidire la Capalbo con un “invito” ben preciso: lasciare la guida della Pro Loco. Questo particolare rende ancora di più allarmante il gesto minaccioso, poiché vi è un aspetto che non può e non deve essere sottovalutato, ossia che tra pochi mesi ci saranno le elezioni per il rinnovo degli organismi della Pro Loco coriglianese. Infatti il ritrovamento del biglietto minatorio è avvenuto alla vigilia delle elezioni che dovranno indicare il nuovo presidente e che si dovrebbero tenere il prossimo mese di giugno. La Capalbo quindi è stata “consigliata” a lasciare libero il campo e soprattutto a non occuparsi più delle attività della Pro Loco. La cosa è stata immediatamente denunciata dalla stessa vittima che si è recata nella sede del reparto territoriale di Corigliano Rossano dei Carabinieri, diretto dal tenente colonnello Marco Filippi, per raccontare l'accaduto. Ora saranno i militari a svolgere le dovute indagini per cercare di risalire all'autore del gesto e chiarire i contorni di una vicenda che inquieta e interroga visto che si parla di un campo, quello dell'associazionismo, per altro finalizzato a promuovere la città, in cui tali dinamiche “mafiose” sono inconcepibili.

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