La sanità soffre e arranca. Anni di tagli hanno lasciato una luce dubbia all’interno di una geografia di ombre. Chiaroscuri che affiorano da un sistema irregolare che non ha più trovato uno schema adatto. Il governatore Roberto Occhiuto sta provando, da due anni e mezzo, a rianimare un gigante, ormai, privo di respiro. Un sistema di cure sprofondato dentro un deserto di figure inanimate con ospedali sospesi nel vuoto, senza posti letto e col personale decimato dalle sforbiciate che hanno finito per peggiorare ogni cosa. Per troppo tempo in passato, la rivoluzione semantica ispirata da una programmazione centrale non ha guardato alla gente ma solo ai bilanci diluendo e convertendo il codice genetico dell’assistenza sanitaria. E le regioni più povere come la Calabria hanno pagato un prezzo, inevitabilmente, più alto. Dappertutto mancano fondi per arruolare personale nelle corsie e per attivare nuovi posti letto. Il progetto della nuova rete ospedaliera della Regione è il Piano regolatore di una sanità che dovrà ripartire, una sanità che cerca l’approdo in un porto sicuro.
Nuova rete
La scalata verso la normalità passa, inevitabilmente, attraverso sacrifici e rinunce. Un piano che, ad esempio, prevede il rafforzamento dell’offerta pubblica dei punti nascita e come conseguenza il taglio del privato convenzionato. E così il Sacro Cuore, ospedale privato con più di mille parti all’anno, resterà senza punto nascita. I posti letto accreditati dal sistema sanitario regionale scenderanno dagli attuali 36 (34 di degenza ordinaria e 2 di day surgery) a 20 (10 ordinari e 10 day surgery). Secondo un meccanismo dei vasi comunicanti, i 16 posti perduti dal privato transiteranno nel pubblico. Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Annunziata che ha 44 posti letto attuali (41 per le degenze ordinarie e 3 per il day hospital) raggiungerà una capacità di 60 posti letto (55 ordinari e 5 per day surgery).
Le proteste
Il risiko dei punti nascita nel Cosentino continua a registrare malumori diffusi tra le donne e le aspiranti mamme. Nelle ultime ore, è nato anche un “Movimento spontaneo delle mamme calabresi” che ha preso posizione sulla chiusura del punto nascita nella struttura privata: «Il periodo storico che stiamo vivendo noi donne e madri calabresi dal punto di vista del riconoscimento del diritto di libera scelta del luogo del parto (diritto sancito, tra l’altro, dall’Oms), non è per niente rassicurante».
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