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Scuola a Cosenza, pronti alle catene i precari insidiati dai tirocinanti

Sono super specializzati e in graduatoria da anni, eppure rischiano d’essere scavalcati e quindi restare senza lavoro. Anzitutto collaboratori scolastici con titoli e certificazioni a iosa

«Non abbiamo nulla contro i tirocinanti, ma stiamo cercando di salvaguardare la nostra graduatoria ministeriale che non deve essere scavalcata da assunzioni come personale Ata effettuate percorrendo altre strade. Per rimanere in graduatoria il Ministero dell’Istruzione e del Merito ci chiede titoli su titoli, fra gli ultimi la Ciad (una certificazione informatica, ndc), quindi riteniamo discriminatorio nei nostri confronti ritrovare sul nostro posto di lavoro persone con a malapena la licenza media».
Sono arrabbiati assai i collaboratori scolastici calabresi precari da tempo e che adesso rischiano di lavorare ancora più singhiozzo per il coinvolgimento nell’organico del personale scolastico dei tirocinanti. I quali sono anche in difficoltà e hanno diritto di lavorare. Però, sottolineano i precari storici della scuola, non scavalcando noi. La loro portavoce calabrese, perché la rete è nazionale, si rivolge adesso a tutte forze politiche come in passato aveva fatto direttamente con il presidente della Regione Roberto Occhiuto e l’assessore regionale al Mercato del lavoro Giovanni Calabrese, chiedendo esplicitamente di «non immettere i tirocinanti ministeriali e i tirocinanti di inclusione sociale nelle scuole, le quali devono convocare da graduatoria ministeriale che è sacrosanta ed esiste da anni, e mai come quest’anno si rinfoltirà. Se si mettono altri soggetti, anche come sostegno al personale Ata, le scuole tenderanno a non convocare e le graduatorie resteranno ferme».
Perdippiù, aggiunge la referente, tutti i precari in graduatoria, oltre a titoli informatici, ne hanno altri come operatore socio assistenziale (osa) e operatore socio sanitario (oss). Oltre, ovviamente, al diploma e in alcuni casi anche alla laurea.
Il peggio deve ancora venire Al termine d’un recente concorso, notano i precari, circa mille tirocinanti sono stati assunti nei tribunali, mentre per 358 (o giù di lì), si sono aperte le porte delle scuole. Il loro timore sono gli altri 4mila in attesa anche loro d’un lavoro. «In questa maniera noi, super specializzati, con certificazioni aggiunte ogni anno per continuare a formarci e a restare a galla, non lavoreremo più. Senza trascurare quanti torneranno dal nord, quindi con punteggio importante. Pensate che l’ultimo aggiornamento delle graduatorie ha interessato circa tre milioni di persone. Dalla Regione ci rassicurano, ripetendo che il loro inserimento non inficerà né l’organico di diritto né quello di fatto. Però...».
Sono pronti alle catene E poiché nessuno sembra ascoltarli, anche perché, sospettano, hanno un peso elettorale minore rispetto ai tirocinanti, sono pronti a proteste clamorose per cercare di fare sentire la loro voce che è ignorata pure dai sindacati. Non è da escludere che nelle prossime settimane si incatenino dinanzi alla Cittadella per rivendicare quello che ritengono un diritto meritato sul campo.

 

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