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Cosenza, Padre Fedele: "Concedetemi di celebrare la Messa"

L’ex frate francescano 86enne di Cosenza, medico e missionario, chiede di poter tornare in pubblico sull’altare

Padre Fedele

Il prete missionario, medico e tifoso. Padre Fedele Bisceglie è un personaggio straordinario. Ha speso tutta la sua vita al servizio del prossimo e dei poveri. «Sono il religioso più povero del mondo» racconta spesso. È vero perchè destina per intero la sua pensione agli ultimi del Madagscar dove è stato più volte in missione. Oggi gli è ancora vietato di celebrare Messa in pubblico a causa di una vicenda giudiziaria che lo aveva visto indagato per violenza sessuale su una suora. Una vicenda da cui è uscito a testa alta, incassando un'assoluzione piena poi passata poi in giudicato. Gli abbiamo posto alcune domande.

A più di 10 anni dalla assoluzione cosa le rimane dentro?

«Una sofferenza indescrivibile per una storia indicibile sia perché è venuta da una persona religiosa e soprattutto perché io sono completamente innocente»

Cosa desidera di più dopo tanta sofferenza?

«Che mi venga restituito ciò che mi è stato tolto cioè la possibilità di amministrare i sacramenti»

Ha perdonato la suora che l’ha accusata di un crimine tanto infamante?

«Ho perdonato perché fa parte del mio curriculum spirituale,specialmente perché appartengo alla scuola del maestro divino Gesù Cristo»

Come vorrebbe essere ricordato: come un peccatore o un benefattore?

«Vorrei essere ricordato come un peccatore uguale agli altri con l'aggiunta di essere stato uno strumento nelle mani di Dio»

Ha commesso degli errori nella sua vita?

«Gli errori fanno parte del percorso umano perché tutti siamo peccatori»

È stato medico delle anime ma pure dei corpi visto che è un laureato in medicina: è così?

«Si sono un missionario e come tale ho girato il mondo mettendo a frutto anche la mia competenza come medico,a servizio dei fratelli poveri del mondo nei lebbrosario sulle strade nei villaggi»

Il suo più grande amore, dopo Cristo e il prossimo, è ancora il Cosenza calcio?

«È una passione sportiva il calcio e come tale l'ho vissuta. Ma aggiungo che anche questo è stata una occasione per avvicinare i giovani a Cristo»

Cosa desidera in assoluto di più adesso?

«Vorrei concludere il mio passaggio sulla terra celebrando la messa davanti a tanti poveri. Vorrei insomma fare quello per cui sono nato. Ho chiesto di poterlo fare, ne ho parlato con più vescovi, ma nessuno e l’ha ancora concesso. »

Ha progetti per il futuro?

«A 86 anni non mi arrendo. Il prossimo anno vorrei compiere un viaggio in Congo, Senegal e di nuovo in Madagascar. Il mio primo pensiero è sempre per i poveri del mondo. La mia piccola pensione va per intero a loro: è una piccola goccia in un oceano ma serve sempre a aiutare qualcuno. Con la mia pensione viene comprato cibo proteico e fornita assistenza a tanti bimbi africani».

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