La Calabria per ora lotta. E resiste. Ma invecchia, si consuma in fretta e sparisce un pezzo alla volta. Non si tratta, però, più solo di impoverimento all’anagrafe tra culle vuote, servizi pubblici poco competitivi, emigrazione giovanile e invecchiamento dei residenti. La tempesta demografica rischia di far calare il sipario anche su intere porzioni dei settori produttivi tradizionali che sono il motore dell’economia. L’Artigianato, in particolare, mostra pericolosi segnali di smottamento. Il mancato turn over alla guida delle imprese sta generando una classe imprenditoriale sempre più anziana. Lo spiega Confartigianato preannunciando un incontro di formazione per il 2 ottobre: «La profonda crisi che sta determinando l’invecchiamento della popolazione interessa anche gli imprenditori, con un aumento della quota di imprese gestite da senior con 60 anni ed oltre. Il progressivo invecchiamento della classe imprenditoriale rende strategico per l’economia calabrese e, più in generale, per quella italiana il passaggio generazionale nelle imprese, una fase particolarmente critica nella vita dell’azienda che, insieme al trasferimento del controllo all’interno della famiglia, innesca profondi processi di trasformazione strutturale dell’impresa».
Confartigianato si preoccupa perchè sull’economia italiana si riverberano gli effetti di «una vera e propria glaciazione demografica, determinata da denatalità e invecchiamento della popolazione, come esaminato nel rapporto dell’Ufficio Studi “La ricerca del lavoro perduto”. La contrazione demografica influirà anche sulla forza lavoro: tra il 2024 e il 2050 la popolazione in età lavorativa (20-64 anni) diminuirà di 7 milioni (-20,4%), corrispondente alla forza lavoro attuale del Nord Ovest del Paese». E, in Calabria il processo è già in atto. Al di là di liturgie estemporanee, è tutto il mondo produttivo regionale che vive in mezzo alle correnti con imprese artigiane perennemente in rosso. Difficoltà che scavano ferite nel costato di un già fragile sistema economico. Tra il 2016 e il 2022 solo l’8% delle imprese calabresi ha dichiarato di aver affrontato almeno un passaggio generazionale. Una staffetta che include operazioni di trasferimento e successione nella conduzione dell’attività tra soggetti legati da vincolo di parentela o affinità.
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