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Potabilizzatore Laghi di Sibari, parla il Comune: "La politica resti fuori dalla gestione del complesso nautico"

Su quanto abbiamo trovato all’interno del potabilizzatore dei Laghi di Sibari non temiamo smentite.

Così l'amministrazione comunale in risposta al comunicato diffuso ieri da AssoLaghi contenente le presunte precisazioni e smentite ma la sensazione è che molte cose non tornino e che la verità stia da un’altra parte.

In primis in merito all’accusa di aver gestito l’impianto in maniera inadeguata e di averlo tenuto in pessime condizioni. È bene precisare che l’amministrazione comunale non ha accusato nessuno ma, d’accordo con i tecnici specializzati esterni ai quali il Comune di Cassano si è affidato, è stato descritto uno status quo. In questi casi bisognerebbe ridursi al silenzio e affidarsi a chi è competente perché non si tratta di un giudizio politico (come qualcuno vuol far passare) ma tecnico.

La questione, d’altronde, appare semplice: lo stesso comunicato di AssoLaghi parla di “sufficiente efficienza” nel funzionamento dell’impianto. I conti, appunto, non tornano: era la fine di giugno del 2021 (oltre tre anni fa) quando venne emanata una ordinanza firmata dal sindaco Giovanni Papasso con la quale si disponeva «il divieto di utilizzo dell’acqua ad uso potabile dei Laghi di Sibari e ha ordinato all’associazione Laghi di Sibari, in qualità di proprietario e gestore della rete idrica, di approfondire la situazione e fare di tutto affinché la stessa rientri e l’acqua ritorni ad essere potabile. La misura si era resa necessaria perché, a seguito di una serie di controlli, il contenuto di azoto ammoniacale nell’acqua, è risultato superiore al valore limite stabilito dalla legge». Un atto, questo, invecchiato male perché, ancora oggi, permangono le stesse condizioni e, dai primi sopralluoghi, è emerso chiaramente come, nella sostanza, di questi interventi che dovevano essere attuati non c’è traccia. Parlare di “sufficiente efficienza” quando non sono stati fatti interventi e quando continua a permanere la non potabilità dell’acqua ci sembra un po’ oltraggioso nei confronti di cittadini e residenti. Al di là delle questioni terminologiche la verità è questa: dopo oltre tre anni l’acqua non è potabile e da un primo sopralluogo interventi recenti non sembrano esserne stati fatti. L’onestà intellettuale è massima: abbiamo detto diverse volte che daremo notizia in modo dettagliato delle risultanze della relazione che consegneranno gli esperti nei prossimi giorni.

Anche da parte nostra confidiamo nel senso di responsabilità e di dialogo ma giova segnalare a tutti che nella riunione dello scorso 28 agosto l’AssoLaghi, su proposta del loro avvocato, non ha voluto raggiungere un accordo e, anzi, ha fatto ricorso (poi perso pure) al Consiglio di Stato. Segno che, da una parte si invoca un dialogo istituzionale, dall’altra poi si sfugge al dibattito.

Appare chiaro che il sindaco e l’amministrazione comunale stanno agendo solo e soltanto per il bene dei cittadini, dei residenti e dei diportisti che hanno manifestato più volte il disagio della mancanza dell’acqua potabile. I retropensieri politici ci pare siano, invece, in riva allo Stombi e la nota di AssoLaghi ne è un chiaro esempio quando si parla di paventata chiusura dell’Associazione. Sia chiaro: non chiuderanno né l’associazione, né la vigilanza, né altro: è stato detto più volte che l’Associazione deve continuare a vivere e lavorare per la promozione del territorio dei Laghi e, se possibile, anche estenderne l’operato. L’esempio più lampante è che di recente il sindaco ha nominato il rappresentante comunale in seno al consiglio direttivo di AssoLaghi. Queste preoccupazioni, piuttosto, ci sembrano, invece, la spia di un altro segnale grave: che l’Associazione venga usata per fare politica e questo non può e non deve essere possibile. Proprio per questo motivo la politica deve stare fuori dalla gestione dei Laghi di Sibari. I partiti non possono e non devono gestire i condomini e i relativi servizi soprattutto quando di mezzo c’è la salute dei cittadini anche perché, va ricordato, che la prima autorità sanitaria comunale è il sindaco che ne risponde personalmente.

Il dato è chiaro e va ribadito ancora: siamo intervenuti perché nonostante una ordinanza di oltre tre anni l’acqua potabile ai Laghi non c’è (lo scrivono pure Tar e Consiglio di Stato) e non si capisce il perché, a maggior ragione, se AssoLaghi dice che nel potabilizzatore è tutto a posto. O non è forse vero che in estate gli imprenditori si sono dovuti dotare di cisterna ed essere riforniti dall’autobotte del Comune? Se le cose stanno diversamente allora l’Associazione Laghi di Sibari ci consegni i certificati di potabilità dell’Asp (che abbiano nuovamente richiesto oggi ufficialmente ad AssoLaghi) e revocheremo l’ordinanza vigente.

A questo punto, visto che si minaccia un ricorso alle sedi competenti, saremo noi a raccogliere tutte le carte e a mandarle, firmandole e non in forma anonima come è stato fatto in passato da taluni, alla procura della Repubblica di Castrovillari per una serena valutazione, terza e oggettiva, proprio come quella che stanno portando avanti i tecnici incaricati.

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