Favoreggiamento di un latitante, estorsione e associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti: sono le accuse che gravano su 15 persone arrestate stamane dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, guidato dal colonnello Andrea Mommo.
Il provvedimento restrittivo - emesso dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta del procuratore Vincenzo Capomolla e del pm antimafia Alessandro Riello sulla base di un'indagine coordinata dalla DDA di Catanzaro e condotta, oltre che dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza, anche dai militari della Compagnia di Cassano all’Ionio- nasce dalle indagini condotte per arrivare all'arresto a Bari del latitante cassanese Nino Abbruzzese (classe 1985), avvenuto il 6 novembre del 2023. Abbruzzese era sfuggito alla cattura nell'ambito dell'operazione "Athena" del 30 giugno 2023 che fece luce sulla sua presunta partecipazione, con ruolo di rilevo, all’associazione ‘ndranghetista riconducibile ad esponenti della famiglia di Lauropoli.
L'uomo sarebbe stato spostato in Puglia il 17 ottobre 2023 a bordo di un'ambulanza appartenente a una società intestata a una donna di Spezzano Albanese, che è stata arrestata stamane, Angelica Forciniti, per eludere eventuali controlli durante il tragitto. Nel capoluogo pugliese ha, quindi, potuto contare sull’ospitalità garantitagli all’interno di una villa riconducibile a soggetti di quel contesto territoriale inseriti nei circuiti relazionali degli Abbruzzese, dove è stato rintracciato.
Quattro misure cautelari sono state eseguite a Bari nei confronti di Francesco e Nicola Lovreglio, Elisabetta Sciacovelli e Eugenio Traverso. A Cassano sono stati invece arrestati Antonio, Cosimo, Francesco e Nicola Abbruzzese.
Le indagini hanno consentito altresì di ricostruire l’esistenza di un’associazione finalizzata allo spaccio di cocaina ed eroina, operante nei comuni di Spezzano Albanese e Terranova da Sibari. Sono state, ricostruite, infine, un’estorsione ed una tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso, poste in essere, rispettivamente, ai danni di un assuntore di stupefacenti affinché saldasse un debito pari a 25.000 euro circa contratto per pregressi acquisti di droga, e nei confronti di un imprenditore agricolo per recuperare da quest’ultimo non meglio specificati crediti.
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