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Neonata rapita a Cosenza, Rosa Vespa racconta il sequestro tra pianti e "non so". Esce dal carcere il marito Acqua Moses. I genitori di Sofia: sconforta Moses libero

Il marito è stato scarcerato dopo l'interrogatorio: secondo i magistrati ha creduto nella gravidanza della moglie

Non ha mai voluto fare del male alla piccola Sofia e, dal momento in cui è entrata in clinica, Rosa Vespa dice di ricordare poco. La 51enne cosentina è stata arrestata nella notte di martedì per aver rapito una neonata di appena un giorno nella clinica «Sacro Cuore» di Cosenza. Sofia è stata ritrovata dalla Polizia nel giro di tre ore. Ma oggi è stato il giorno tanto atteso, quello in cui Rosa Vespa - la donna che ha finto per nove mesi di essere incinta di un maschietto - ha raccontato la sua versione dei fatti nel carcere di Cosenza. La 51enne, assieme a uno dei suoi legali, l’avvocato Teresa Gallucci (che la difende con il collega Gianluca Garritano) ha risposto a tutte le domande del gip Claudia Pingitore e del pm Antonio Bruno Tridico.

La donna ha spiegato di aver raccontato per nove mesi di essere incinta e che da una bugia ne derivavano tante altre da cui non riusciva più a uscirne. Ci sono stati dei momenti - ha detto la donna - in cui ha provato a dire la verità ai suoi familiari e a suo marito, ma non ci è mai riuscita. Così ha dovuto mentire fino a comprare tutti gli oggetti per la nascita di un bimbo e ha dovuto dire al marito che quel 21 gennaio il piccolo Ansel finalmente sarebbe tornato nella sua casa di Castrolibero, a pochi chilometri da Cosenza. L’8 gennaio sul suo profilo Facebook, Rosa aveva scritto che il suo miracolo si era avverato e che il piccolo Ansel era nato pubblicando la foto di una manina. Ma quel bambino non è mai nato e non è mai stato concepito. Rosa, oggi, al giudice ha detto di non aver mai partorito e di non aver mai abortito, ma ha ricostruito altri momenti un pò dolorosi della sua vita. Lei però un bambino lo ha sempre voluto.
Durante l’udienza di convalida del fermo, Rosa Vespa ha ribadito di aver fatto tutto da sola e che il marito Acqua Moses, 43enne originario del Senegal, era all’oscuro di tutto.

I due erano stati arrestati nella notte di martedì quando i poliziotti, coordinati dal questore Giuseppe Cannizzaro, hanno bussato alla porta di Rosa e Acqua e lì, nella culletta, hanno trovato la piccola Sofia vestita da maschietto. Perchè Rosa aveva detto di aspettare un maschietto. Ecco perchè - è la linea difensiva degli avvocati di Vespa - non c'era una pianificazione del rapimento. Quando il giudice ha chiesto perché avesse portato via Sofia e che cosa fosse accaduto in clinica, Rosa non ha saputo fornire spiegazioni. Molti «non so» nelle sue risposte. Non sa dire che cosa le sia passato per la testa. Ha solo precisato che prima di entrare nella stanza di Sofia, era entrata in un’altra camera e ha chiesto come stesse un neonato. Poi, è entrata nella stanza dove c'era la piccola Sofia ma lei non sapeva che avesse un giorno di vita. La 51enne indossava una mascherina e ha detto alla mamma di essere un’operatrice sanitaria e di dover lavare la piccola. Le telecamere di videosorveglianza la riprendono andare via dalla clinica con la bimba in braccio e il marito che l’aspettava fuori con un passeggino.

Oggi è stato sentito dal giudice pure il marito Moses che, nel primo pomeriggio, è stato scarcerato perché estraneo ai fatti. La moglie, infatti, ha spiegato che l’uomo era all’oscuro di tutto e che non ci sono altre persone coinvolte nel rapimento. Il 43enne lascia il carcere, mentre la moglie resta in cella. Rosa Vespa ha pianto durante il suo lungo interrogatorio e tra le lacrime ha ribadito di non aver mai voluto fare del male alla piccola.

Il legale di Rosa Vespa: "Non è una criminale"

«Rosa Vespa non é una criminale. Ha detto che non voleva fare del male a nessuno e che la piccola Sofia non é mai stata in pericolo, assumendosi la responsabilità esclusiva di quanto è accaduto» ha detto l’avvocata Teresa Gallucci, legale della donna. "La signora Vespa, nel corso dell’interrogatorio - ha aggiunto l'avvocato Gallucci - ha ripercorso gli avvenimenti, risposto alle domande dei magistrati in modo collaborativo, anche se ci sono stati tanti 'non sò nella ricostruzione dei fatti, che probabilmente non riuscirà mai a chiarire. Ha escluso ogni coinvolgimento del marito e di altre persone, affermando di non aver mai pianificato alcuna azione specifica e che non avrebbe mai desiderato arrecare danno né alla bambina, né a chiunque altro». "Non sono in grado di stabilire - ha detto ancora il legale della donna - se la signora ha portato avanti una gravidanza isterica perché non sono un medico. E proprio per questo ho chiesto che venga visitata. Rosa è sconvolta, ma ha ammesso le sue responsabilità. Non ha precedenti ed il suo intento, di certo, non era quello mettere in pericolo la piccola».

Acqua Moses ha lasciato il carcere

Intanto in serata ha lasciato il carcere di Castrovillari, Acqua Moses, il 43enne originario del Senegal arrestato per il rapimento di una neonata. L’uomo, mediatore culturale, è finito in carcere nella notte di martedì assieme alla moglie. Questa mattina, nel corso dell’udienza di convalida, Moses aveva spiegato di essere all’oscuro di tutto. Stessa versione fornita dalla moglie. Nessuno sapeva la verità. Nemmeno il marito Moses che martedì pomeriggio era andato a prendere il piccolo Ansel, un bambino mai nato che credeva fosse suo figlio. I due sono stati trovati nella loro casa con la piccola Sofia e sono stati arrestati per sequestro di persona. Ma ai poliziotti Moses era sembrato all’oscuro di tutto. La Procura di Cosenza non ha chiesto l’arresto per l’uomo che è stato scarcerato dal giudice per l’udienza preliminare. Il 43enne è uscito dal carcere di Castrovillari accompagnato dai suoi legali Gianluca Garritano e Teresa Gallucci.

I genitori Sofia, sconforta Moses libero

«Come può essere dichiarato estraneo?». Lo chiede la famiglia di Federico Cavoto e Valeria Chiappetta, genitori di Sofia, la neonata rapita martedì scorso a Cosenza da Rosa Vespa, facendo riferimento alla scarcerazione del marito della donna, Moses Omogo Chidiebere. La famiglia Cavoto sottolinea, in particolare, il fatto che la scarcerazione di Moses sia avvenuta il giorno dopo che Valeria Chiappetta aveva chiesto ad una poliziotta di rassicurarla sul fatto che i due fermati per il rapimento di Sofia sarebbero rimasti in carcere, e si dice, in questo senso, «sconvolta e incredula». "Non crediamo all’estraneità dell’uomo - aggiungono i familiari dei genitori di Sofia - e, a questo punto, temiamo che il prossimo passo sarà quello di dichiarare Rosa Vespa inferma di mente, facendo in modo che anche per lei si aprano le porte del carcere». Intanto, Moses Omogo Chidiebere ha lasciato il carcere di Castrovillari e sta facendo rientro a casa, a Castrolibero.

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