
«La gente comune si fa i selfie davanti al camioncino sequestrato sul lungomare di Diamante dopo i fatti di cronaca. Va bene l'informazione ma “no” all'uso distorto che si fa dei social». Così Agata Mollica, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Cosenza, commenta le scene nella località balneare dove, secondo la Procura di Paola, l’ambulante Giuseppe Santonocito avrebbe venduto panini con salsicce e broccoli alle vittime della tossina botulinica: 17 gli intossicati, due i morti, Luigi Di Sarno e Tamara D’Acunto.
Il mezzo, al centro dell’inchiesta, è diventato meta di turisti in cerca di foto ricordo. «Esistono varie forme di comunicazione social, ma sono amareggiata per questo approccio ormai consolidato».
Sull’inchiesta che coinvolge cinque medici, la presidente chiarisce: «Non difendo nessuno ma i medici vanno tutelati. Si può sbagliare ed è giusto assumersi le proprie responsabilità, ma servono prove acclarate. No a processi mediatici».
«Al momento – precisa – non abbiamo adottato alcun provvedimento contro i cinque medici di cui non conosciamo neanche i nomi, perché la situazione è in divenire. Merita un approfondimento da parte della Procura, aspettiamo fiduciosi».
Riguardo alle due strutture sanitarie private che hanno avuto in cura le vittime, Mollica conclude: «Se qualcosa non ha funzionato sarà l’inchiesta della Procura a stabilirlo. Bisogna aspettare e capire, serve prudenza. Quel camioncino lavorava a Diamante da anni, mai avuto problemi. Cosa sia successo ancora non lo sappiamo».
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