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Padre Fedele Bisceglia: il frate degli ultimi tra fede, calcio e quella ferita mai sanata

Si è spento stanotte a 87 anni Padre Fedele Bisceglia, frate cappuccino e volto noto della solidarietà calabrese, personaggio discusso, amato e per molti indimenticabile. La sua vita ha intrecciato carità evangelica, passione calcistica, fede profonda e un lungo calvario giudiziario che ne ha segnato l’esistenza.

L’infanzia e la vocazione francescana

Nato nel 1937 in Puglia, Fedele Bisceglia entrò presto nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Trasferitosi a Cosenza, fu ordinato sacerdote e iniziò una missione rivolta soprattutto agli ultimi, ai poveri, ai senza tetto. Uomo d’azione più che di retorica, divenne in breve una figura simbolica per migliaia di calabresi.

L’Oasi Francescana: un rifugio per gli invisibili

Nel cuore della città, Padre Fedele fondò l’Oasi Francescana, un centro di accoglienza e solidarietà che per anni ha offerto pasti, vestiti e un letto caldo a chi non aveva nulla. L'iniziativa divenne punto di riferimento regionale e il frate venne soprannominato “il San Francesco di Calabria” per la sua dedizione ai poveri.

Dopo la sospensione ecclesiastica, Bisceglia continuò il suo impegno tramite una nuova realtà, “Il Paradiso dei Poveri”, proseguendo la sua opera sociale nonostante le difficoltà.

Il “prete ultras” e l’amore per il Cosenza Calcio

Tra le immagini più iconiche di Padre Fedele, quella del prete in tonaca tra gli spalti del San Vito-Marulla, cuore pulsante della tifoseria rossoblù. Amava definirsi “prete ultras” e negli anni ‘80 promosse addirittura il primo raduno nazionale degli ultras italiani. Il suo intento era chiaro: unire due mondi apparentemente lontani, fede e passione sportiva, nel nome di valori comuni come lealtà, comunità e coraggio. Per molti tifosi del Cosenza, la sua figura è tuttora leggendaria.

Le accuse e il lungo processo

Nel 2006 la sua vita subì un drastico ribaltamento. Fu arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una suora che collaborava con l’Oasi Francescana. Il caso fece scalpore: un frate conosciuto e stimato, improvvisamente al centro di un'accusa gravissima. Seguì un iter processuale lungo e tormentato: dalla condanna in primo grado a 9 anni e 3 mesi, alla conferma in appello con un verdetto che sembrava definitivo. Ma nel 2013 la Cassazione annullò la sentenza, disponendo un nuovo processo. Nel giugno 2015, la Corte d’Appello di Catanzaro lo assolse pienamente e la sentenza fu poi confermata dalla Cassazione.

La sospensione ecclesiastica “a divinis”

Nonostante l’assoluzione giudiziaria, la Chiesa non lo ha mai riabilitato pienamente. Rimase sospeso “a divinis”, quindi impossibilitato a celebrare Messa, confessare o esercitare il ministero sacerdotale. Un’esclusione che ha pesato molto su di lui, come dichiarò pubblicamente: “Mi hanno assolto i giudici, ma non la Chiesa. È un dolore che porto nel cuore”, disse. Negli anni successivi molti fedeli e laici chiesero la restituzione del sacerdozio, sostenendo la sua innocenza e la necessità di perdono, ma la Curia non modificò la sua posizione.

L’eredità e la memoria

Con la sua scomparsa, Padre Fedele lascia un'eredità profonda e complessa. È stato un uomo dalla fede incrollabile, instancabile nella carità e nella lotta contro l’indifferenza sociale. Ma è anche stato un uomo ferito, nel pubblico e nel privato, che ha vissuto sulla sua pelle lo scontro tra giustizia umana e giudizio ecclesiastico.

La comunità cosentina oggi lo piange con affetto e gratitudine. Le sue opere assistenziali continuano a vivere, portate avanti dai volontari che l’hanno sempre sostenuto.
Le parole dell’associazione “Il Paradiso dei Poveri” riassumono forse meglio di tutte il suo percorso: “Ha servito Cristo nei poveri. Ha amato gli ultimi come fratelli. La giustizia umana ha parlato. Ora lo accogliamo come uomo giusto.”

Padre Fedele Bisceglia ha incarnato una figura fuori dagli schemi, nel bene e nel male. È stato un uomo che ha diviso, che ha ispirato, e che ha lasciato un segno profondo nel tessuto sociale e religioso del Sud Italia.

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