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Rossana Casale protagonista stasera di “Women, Jazz & Wine” a Castrovillari

«Il jazz alla base di tutta la mia musica». La raffinata cantante parla della sua lunga carriera

Rossana Casale

Rossana Casale, artista con quarant’anni di onorata carriera alle spalle, fresca finalista al Premio Tenco con l’album “Joni” dedicato alla leggendaria Joni Mitchell, sarà protagonista stasera alle 19 della seconda delle otto tappe di “Women, Jazz & Wine” - rassegna itinerante nelle più belle cantine del Consorzio Terre di Cosenza, inserita nel circuito turistico e culturale del XXII Peperoncino Jazz Festival, in programma a Castrovillari nelle Tenute Ferrocinto. Tra le signore del jazz italiano, Casale si esibirà in quartetto con Giuseppe Santelli al piano, Sasà Calabrese al contrabbasso e Fabrizio La Fauci alla batteria.

Una carriera trascorsa tra musica leggera, cantautorato e jazz. Quale dei tre generi musicali sente più suo?
«Il jazz è sempre stato alla base di tutta la mia musica perché era la musica che ascoltavamo a casa dai dischi di mio padre che quegli artisti li aveva sentiti e visti suonare al Village di New York, città in cui viveva (e in cui io sono nata)».

Negli anni ’70 è stata vocalist di tante star della musica italiana. A chi deve di più artisticamente e perché?
«Da ogni artista col quale ho collaborato ho cercato di rubare qualcosa. Mia Martini, con la sua profonda interpretazione dei testi, è stata sicuramente fonte di grande ispirazione per me».
Tante le sue partecipazioni a Sanremo. Ci descrive l’emozione di salire e cantare su “quel” palco?
«L’emozione è molto forte, ma anche il senso di responsabilità legato alla professionalità che devi mettere in campo. Hai pochi minuti per essere inattaccabile».

Nel tempo, sia come insegnante di Conservatorio che come giudice di X Factor, è stata in continuo contatto con giovani musicisti. Cosa sognano? Cosa c’è nella loro musica?
«Pur non essendo più vocal coach di X Factor, la reputo un’esperienza tra le più importanti della mia lunga carriera. Stavo al pianoforte con quelle giovani anime alla ricerca di un po’ di luce. Spesso mi sono affezionata a loro e alle loro storie. Sapevo però che in fondo stavamo facendo spettacolo e televisione. Ben diverso è insegnare in Conservatorio dove hai la responsabilità di portare i tuoi studenti a crearsi una cultura e un repertorio a cui potranno un giorno veramente attingere, se decideranno di tentare la carriera di artista».

Se non fosse stata una cantante, cosa avrebbe fatto nella vita Rossana Casale?
«Solo Dio lo sa. Io non immagino alternative!».

Le piace il vino? Cosa pensa del suo abbinamento con il jazz che è alla base della rassegna nella quale si esibirà stasera?
«Piero Ciampi cantava “Com’è bello il vino…”. Bello averne una bottiglia sul tavolo abbinato a un buon cibo. Credo in questo suo ruolo. Mi fa paura invece l’abuso che viene fatto dai giovani. Il jazz gli ha dedicato diverse composizioni e anni fa anche io ho realizzato un concerto jazz che si intitolava “The wine concert”. Stasera ne canterò qualche brano».

 

 

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