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Cosenza, il governo sul caso Morra: "Non ci sono ragioni per azioni disciplinari"

Nicola Morra

"Il comando generale della Guardia di Finanza ha riferito che ad oggi non sono stati ravvisati elementi suscettibili di valutazione in ambito disciplinare e neppure ostativi all'impiego, presso la segreteria del presidente, della commissione parlamentare bicamerale Antimafia. Per quanto invece di competenza del dicastero di Giustizia, effettuate le opportune verifiche, dalle informazioni fornite dal procuratore generale della Corte d'appello di Catanzaro in ordine allo sviluppo dell'indagine giudiziaria in esame, emerge l'assoluta correttezza e regolarità delle procedure seguite dal magistrato Manzini, nella gestione del procedimento, non potendo assumere peraltro connotato di anormalità la consegna in tarda serata del supporto informatico tenuto conto della peculiarità propria dell'ufficio di procura che, proprio in funzione dell'attività istituzionale cui è preposto, non è sottoposto a specifici vincoli di orario. Pertanto, allo stato, non si ritiene sussistente nella vicenda in esame alcuna condotta a carico della dottoressa Manzini che possa legittimamente giustificare iniziative di competenza di questo ministro".

Così il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi rispondendo in aula alla Camera a un'interpellanza di FI, prima firma di Jole Santelli, volta a chiedere se non costituisse un motivo ostativo la circostanza che il maresciallo Domenico Portella della Guardia di Finanza abbia curato delle indagini scaturenti da un esposto presentato nel 2018 dal senatore Nicola Morra (M5s), ora presidente della commissione parlamentare Antimafia, al fatto che oggi sia distaccato alla segreteria della stessa commissione parlamentare, e se non fosse da valutare da parte della Guardia di finanza una azione disciplinare nei confronti di Portella.

L'interpellanza era volta anche a chiedere se il ministro della Giustizia intendesse promuovere azioni nei confronti di Marisa Manzini, magistrato oggi consulente della commissione parlamentare Antimafia, già in servizio nella procura di Cosenza, in relazione alla sua gestione dell'indagine scaturente dall'esposto di Morra (e al fatto, in particolare, di aver ricevuto da Morra un Dvd a corredo dell'esposto in tarda serata).

L'interpellanza, ripercorrendo i fatti, sottolineava che "dalla documentazione allegata ad alcuni procedimenti penali nei quali sono indagati dirigenti del comune di Cosenza e nel proc. pen. n. 154/2018 R.G.N.R., nel quale risulterebbe indagato il sindaco di Cosenza, sarebbero rintracciabili documenti regolarmente sottoposti a discovery ex articolo 415-bis del codice di procedura penale" e che "in tale documentazione si riscontra la presenza di un verbale della Guardia di finanza - Corpo di polizia economico-finanziaria di Cosenza, dal quale emerge che il signor Nicola Morra, che riveste la carica di senatore della Repubblica, ha consegnato alla stessa un Dvd Rom contenente una intercettazione ambientale; la consegna, come si evince dallo stesso verbale, è avvenuta il 20 febbraio 2018 alle 22, un orario decisamente insolito per svolgere attività di questo genere, soprattutto se si considera che l'intercettazione ambientale risaliva al giorno 15 febbraio ed era avvenuta nella casa del senatore Morra, che dunque ne aveva la disponibilità fin da allora (5 giorni prima)".

L'interpellanza ricordava ancora che "nell'occasione della predetta consegna si riscontrava presso gli uffici giudiziari la presenza tra i militari verbalizzanti del maresciallo Domenico Portella, (che successivamente sarebbe stato scelto, secondo quanto risulta agli interpellanti, dal medesimo senatore quale componente della sua segreteria presso la commissione parlamentare Antimafia), e solo il giorno dopo, dunque, con quelle che appaiono agli interpellanti insolita solerzia e sorprendente rapidità, il procuratore aggiunto Marisa Manzini avrebbe disposto la trascrizione del contenuto del citato Dvd Rom. Tale ultima circostanza, ad avviso degli interpellanti, è ulteriormente inquietante, in quanto la dottoressa Manzini - negli ultimi tempi assegnataria di diversi procedimenti che riguardano il comune di Cosenza e la sua amministrazione e comunque di quasi tutti quelli derivanti da esposti del senatore Morra - sarebbe stata da questi chiamata quale consulente della commissione parlamentare Antimafia (e sono due quindi i pubblici ufficiali coinvolti nella vicenda e legati all'organismo parlamentare)".

"In più - aggiungeva l'interpellanza - l'ingegnere Gustavo Coscarelli, già candidato a sindaco di Cosenza per il Movimento 5 stelle e presente alla conversazione intercettata, ha dichiarato alla polizia giudiziaria, in sede di raccolta di sommarie informazioni, che prima della consegna alla stessa polizia giudiziaria del Dvvd Rom, il senatore Morra gli avrebbe riferito 'che avrebbe parlato con la dottoressa Manzini (...), alla quale aveva già in precedenza rappresentato accadimenti processuali, per esporgli le circostanze oggetto di discussione con il Cirò nel corso della conversazione oggetto di intercettazione ambientale da parte del medesimo senatore Morra; da quanto esposto, secondo gli interpellanti, la dottoressa Manzini sembrerebbe essere stata messa a conoscenza del contenuto dell'intercettazione ambientale ben prima della presentazione della stessa presso la polizia giudiziaria".

"La conversazione intercettata - continuava l'interpellanza - che si è svolta presso l'abitazione del senatore Morra, ha avuto per oggetto un procedimento penale su un lavoro pubblico svoltosi nella città di Cosenza e vi hanno preso parte, oltre al padrone di casa e al citato ingegnere Coscarelli, l'ingegnere Maurizio Ponte, già Ctu della procura di Cosenza in un procedimento penale connesso e probabilmente avviato in seguito ad esposto da parte del senatore Morra, e il signore Giuseppe Cirò; il signor Cirò è soggetto già sottoposto ad indagini a seguito di un esposto presentato nei suoi confronti dal sindaco di Cosenza, di cui era caposegreteria, per la scoperta di una serie di illeciti rimborsi percepiti dallo stesso Cirò (anche per conto del sindaco) ai danni dell'amministrazione comunale di Cosenza".

Come dichiarato alla polizia giudiziaria in sede di raccolta di sommarie informazioni dallo stesso Cirò, a farsi promotore dell'incontro sarebbe stato il senatore Morra, che aveva con sé anche la documentazione oggetto del dibattito, "mentre lui è arrivato a mani vuote (circostanze queste confermate anche dall'ingegnere Coscarelli, ma smentite dal senatore, secondo cui sarebbe stato il signor Cirò a sollecitare l'incontro in quanto desideroso di esibire dei documenti); dalle sommarie informazioni raccolte dalla polizia giudiziaria dal senatore Morra, dall'ingegnere Coscarelli, dall'ingegnere Ponte e dal signor Cirò emergono diverse contraddizioni e punti sui quali i quattro soggetti si trovano in disaccordo: l'ingegnere Ponte sostiene (diversamente dagli altri) che l'incontro si è svolto la sera e che lui si sarebbe trovato lì per caso (e non esplicitamente convocato quale esperto degli argomenti da discutere dal senatore Morra, come da questi affermato) e che sarebbe arrivato per ultimo e andato via per primo; come si evince dagli stessi atti sottoposti a discovery, il senatore Morra ha incontrato più volte, ricevendolo nel soggiorno di casa sua, il signor Cirò, persona oggetto di indagine a seguito di una denuncia presentata dal sindaco di Cosenza, nei cui confronti il senatore Morra ha prodotto un gran numero di esposti".

Gli interpellanti intendono investire della questione il Csm, "affinché possa valutare i fatti e le eventuali azioni disciplinari da intraprendere nei confronti della dottoressa Manzini", e intendono depositare specifici esposti presso le competenti procure, "al fine di verificare eventuali profili di responsabilità del maresciallo Portella, della dottoressa Manzini e del senatore Morra".

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