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Sanità a Cosenza, Mazzuca smonta la riforma di Occhiuto

Le 20 domande del presidente del Consiglio comunale al governatore

Neanche Ferragosto riesce a spazzare via le nuvole d’ira che riempiono i cieli sopra Comune e Regione. Due enti in lite su tutto, con sale in abbondanza, quotidianamente, sparso sugli opposti scenari. La città unica, la collocazione del nuovo ospedale, la metroleggera, l’acqua, i rifiuti. Polemiche che nascono e lievitano all’interno di veline che, ormai, sono, soprattutto, contenitori di insulti più che di comunicazioni. Attacchi che viaggiano sull’asse Cosenza-Catanzaro e che hanno riempito di tarli un rapporto istituzionale praticamente sfumato. Un fronte dello scontro che ieri è stato imboccato dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Mazzuca, che spegne i motori alla rivoluzione del sistema salute avviata dal governatore Roberto Occhiuto. «Buttare fumo negli occhi è una pratica, terribilmente, inflazionata, che non incanta più nessuno. E i pubblici proclami della serie: “stiamo ricostruendo la sanità dalle fondamenta” sono una barzelletta. Perché è vero, che il governatore ha, effettivamente, ricostruito le fondamenta della sanità. Ma le ha ricostruite, distruggendole e devastandole. No, non si tratta di accuse senza fondamento». Il presidente Mazzuca rovescia sul tavolo le carte per rafforzare le sue certezze veicolate attraverso venti domande rivolte a Occhiuto sul tema della sanità. Quesiti che anticipano la risposta (naturalmente, provocatoria). E così si va dalla Calabria che resta l’unica regione in Italia a non raggiungere il minimo indispensabile nella rilevazione dei lea alla peggiore performance proprio nei livelli essenziali di assistenza. Quindi, anche una puntatina sulle finanze definendo gli avanzi di cassa «solo farlocchi, perché esistono, in quanto non sono stati erogati i lea?». E, poi, la migrazione sanitaria, gli ospedali da bollino rosso, con l’Annunziata di Cosenza, «nella graduatoria nazionale – così per come certifica, sempre, Agenas – risulta fanalino di coda, con oltre 350 posti letto in meno?».

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