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Lavori fermi al castello Svevo di Rende: lo scontro ora diventa politico

S’infiamma la polemica dopo le dichiarazioni dell’ex assessore Petrusewicz

I lavori bloccati da quasi due anni per la ristrutturazione del castello Normanno Svevo hanno riacceso, anche, lo scontro politico. Oltre che lo sdegno dei cittadini, riportato da Gazzetta nei giorni scorsi. Sul Castello Normanno Svevo del centro storico è polemica rovente infatti tra l’ex assessore Marta Petrusewicz e la Federazione Riformista rendese.
«Basta agitare titoli accademici per definirsi storici? Sarebbe opportuno, oltre che alla forma, badare alla sostanza. A tal proposito, bisognerebbe seguire attentamente le lezioni del prof. Luciano Canfora ed, in particolare, quella dal titolo “La storia falsa”». Rispondono così i riformisti all’intervento della Petrusewicz che, venerdì scorso, ha difeso le scelte amministrative rispetto al blocco dei lavori. Alla Fed «preme chiarire che il Museo Bilotti-Ruggi d’Aragona, ospitato nel Castello Normanno-Svevo, nasce nel 2012, nell’ultimo anno di amministrazione socialista-riformista». Inoltre, la necessità di utilizzare il finanziamento di un milione e mezzo di euro per la ristrutturazione del Castello Normanno-Svevo (assegnato al Comune di Rende dalla giunta regionale guidata dall’on. Loiero, assessore alla Cultura Sandro Principe) «per il recupero antisismico del maniero è stata rappresentata più volte ai responsabili dei beni culturali in questi anni, a partire dal 2009». Tant’è - aggiungono - «che la giunta comunale, guidata dall’avv. Bernaudo utilizzò parte del finanziamento per la corretta redazione del progetto di ristrutturazione del Castello; il progetto prevedeva, infatti, la demolizione del tetto con struttura in cemento armato e la sua sostituzione con travi di legno e coppi, peraltro a vista dal salone di rappresentanza».

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