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Pd nel caos, lasciano la segreteria cosentina Mazzuca e Lettieri

Venerdì si era autosospeso Pecoraro. Resta da capire come si organizzerà il partito in vista delle elezioni alla Provincia

Tutto da rifare nel Pd. Alla decisione di Vittorio Pecoraro di autosospendersi dalla carica di segretario provinciale, ieri sono seguite le dimissioni di due componenti del medesimo organismo politico, cioè il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca, e il sindaco di Celico, Matteo Francesco Lettieri, con quest’ultimo che ricopriva anche un ruolo importante nell’ambito del gruppo di lavoro, vestendo i panni di vicesegretario.
Un vero caos nel Partito democratico bruzio, a distanza di circa due anni dall’elezione dello stesso Pecoraro a coordinatore della Federazione, quando incassò l’unanimità dei consensi e il sostegno della maggior parte delle componenti del Pd.
All’indomani della composizione della segreteria, però, incominciò a scoppiare qualche mal di pancia, culminato, venerdì, nell’annuncio di Pecoraro di praticare un passo indietro, in virtù delle tante divisioni interne mai rimarginate nonostante la mediazione romana. Proprio dal Nazareno, adesso, potrebbe essere indicato il percorso da seguire, così come dalla segreteria regionale democrat, anche perché il 20 dicembre si vota alla Provincia per il rinnovo del civico consesso e da qui al 30 novembre vanno presentate le liste. Chi le allestirà?
Rischia di saltare, a questo punto, anche la riunione della Direzione del Pd, già convocata per sabato 25 e al cui ordine del giorno figuravano numerosi argomenti da affrontare, compresi, appunto, gli imminenti appuntamenti con le urne. Secco e diretto il commento di Mazzuca: «È davvero incredibile quello che si sta verificando nel Pd della provincia di Cosenza. C’è chi ancora, riproducendo ataviche incrostazioni, coltiva una visione feudataria del partito. C’è chi – insiste Mazzuca – davanti al percorso seriamente avviato dal segretario provinciale e largamente condiviso, ha interposto pretese, politicamente, irricevibili».

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