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Cosenza, il Pd resta ostaggio delle correnti: così i dem rischiano di naufragare

Con le dimissioni del segretario provinciale si ferma il percorso di rinnovamento. Adamo, Di Natale e Locanto (la sua presidenza è a rischio) si sarebbero avvicinati alle posizioni di Iacucci e Bevacqua

Vaghe e confuse le notizie sul Pd cosentino. Un garbuglio che, da giorni, entra ed esce dalle stanze del Nazareno. Si spera di riuscire a comprendere quello che sta, realmente, accadendo nella raffineria politica di una Federazione provinciale rimasta senza segretario e con due membri della segreteria che hanno gettato la spugna. Nelle sagrestie del partito ci sarebbe già qualcuno che avrebbe iniziato a tessere la tela di ragno per costruire una nuova leadership. Del resto, in principio fu il cardinale Mazzarino a sbilanciarsi. Poi, in epoca più recente, toccò a Giulio Andreotti. Ad entrambi si deve il merito d’averci insegnato la cultura del sospetto sintetizzata in una frase: «A pensar male non si fa peccato, ma spesso ci si azzecca». E le attuali tensioni sprigionano i miasmi tipici delle più complesse trame. Intrighi che hanno fatto collassare il “nuovo” Pd. Le sue rovine precipitano pericolosamente verso quello rottamato. In sostanza, il progetto di prendere il largo verso una dimensione più giovane e fresca è già fallito. Nello scontro muscolare col passato hanno avuto la meglio i due consiglieri regionali, Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci che sembrano aver incassato il sostegno dell’ex consigliere regionale, nonché ex segretario calabrese ed ex deputato, insomma del padre nobile del Pd cosentino, Nicola Adamo. Con loro anche la presidente provinciale, Maria Locanto, e il leader del movimento “La migliore Calabria”, Graziano Di Natale.

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