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Città unica a Cosenza, Bevacqua rompe il silenzio

Il capogruppo del Pd promotore della nuova legge sulla fusione approvata dal consiglio regionale rivendica la bontà delle scelte fatte. L’esponente politico sottolinea l’importanza del lavoro svolto dai Dem per bloccare l’iniziale proposta del centrodestra e garantire la piena partecipazione delle comunità al progetto

Mimmo Bevacqua, capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, rompe il silenzio. E interviene nell’infuocato dibattito che sta caratterizzando la fase successiva all’approvazione della legge istitutiva della Città unica. Una Legge votata da 25 consiglieri e proposta dai democrats.

Bevacqua perchè la scelta di promuovere la Città unica?

«Chi comanda nei processi politici e legislativi ha le leve del potere in mano ma, se è motivato da irrazionalità e supponenza, può fare grandi danni, formali e sostanziali. Chi si oppone democraticamente ha due strade davanti: scegliere di avversare sempre e comunque, nello sterile contrasto di un muro piccolo contro un muro più grande; oppure usare e indurre alla ragionevolezza e, quando proprio non è possibile o è possibile solo in parte,  dilatare i tempi e confidare nelle opportunità sopravvenienti. Sulla città unica di Cosenza in consiglio regionale abbiamo scelto la seconda strada e sono molto soddisfatto del nostro lavoro: non potendo intervenire direttamente sul blitz della maggioranza che privava i Consigli comunali di essere il motore di avvio, abbiamo fatto in modo di concedere al processo due anni di tempo per recuperare quella partecipazione democratica e quella razionalizzazione che rischiavano l’azzeramento».

La si può dunque definire il "vincitore" e non solo morale di questa delicata fase politica?

«Io non ho vinto un bel niente e chi mi conosce sa bene quanto sia culturalmente lontano dalle inutili battaglie individuali. Abbiamo ottenuto un grande risultato, questo sì».
Eppure per mesi, se non per anni, si è dipinta l’opposizione in consiglio regionale come troppo morbida se non proprio come ideale per Occhiuto, non è così?
«Per fortuna, in politica soprattutto, contano i fatti. Basta vedere le battaglie fatte spesso in solitudine su tanti temi: autonomia differenziata, sanità, mancanze di risorse per le aree interne, mobilità. Mai, però, abbiamo ceduto alla strumentalità e al populismo che finisce per far male alla politica. Quanto al tema della fusione, abbiamo persino abbandonato l'Aula contro il vulnus e il colpo di mano della città unica di Cosenza imposta per legge, calpestando il ruolo e funzione dei consigli comunali. Altro che opposizione tenera! E per mesi abbiamo continuato a protestare nelle sedi opportune contro una violenza normativa e una bruttura sociale e civile. Dopo di che, torniamo al bivio di cui sopra. Siamo stati eletti per portare a casa sempre il massimo possibile per i nostri cittadini e lo abbiamo fatto. Non era il tempo dello sterile “no” alla città unica per legge. Sarebbero ugualmente andati avanti come un treno, ragion per cui abbiamo scelto la strada della proposta in contropiede. Va bene la città unica, facciamo il referendum e chiediamo ai cittadini cosa ne pensano e in ogni caso non se ne parla prima del 2027. Le sembra poco?»

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