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Orti solidali nell'hinterland cosentino, un progetto sostenibile... a chilometro “0”

Iniziativa promossa dalla Regione e portato avanti dall’associazione Anteas. Due esperienze virtuose realizzate nell’hinterland per le famiglie bisognose

Porre un freno a ogni forma di povertà dilagante, assicurare salute e benessere per tutti e garantire modelli sostenibili di produzione e consumo. Si muove seguendo queste tre direttrici, perfettamente sovrapponibili, il progetto “Semi di solidarietà” promosso dalla Regione Calabria (Direzione Generale Dipartimento Lavoro e Welfare) e che vede come soggetto capofila l’associazione Anteas odv ets, guidata dal presidente Benito Rocca. Per raggiungere il triplice obiettivo, sono stati creati e vengono costantemente “curati” i cosiddetti orti solidali: si tratta di appezzamenti di terreni assegnati alle associazioni per finalità sociali, con lo scopo di foraggiare una comunità, persone con disabilità o disagio e anziani.
Due esempi virtuosi sono stati realizzati proprio grazie al progetto “Semi di solidarietà” che ha consentito di far nascere orti solidali a Castrolibero, zona Pianeta Casa (c’è un protocollo d’intesa con un privato, Cesare Filippelli) e a Carolei (frutto di un accordo con l’associazione “Arca di Noè”, storico riferimento nel Cosentino per le persone con disabilità e per le loro famiglie). Fine del disagio alimentare. Per debellare le forme di povertà, il progetto si propone di promuovere attività di recupero delle eccedenze alimentari, mettendole a disposizione delle famiglie che si trovano a vivere in una condizione di svantaggio economico e sociale (ad esempio con minori che vivono in situazioni di povertà educativa).
Il supporto destinato a questi nuclei familiari disagiati passa, inoltre, dal potenziamento delle reti sociali per l’assistenza e dal consolidamento dei legami di vicinanza e di supporto (processi di mutuo-aiuto).
Salute e benessere, inoltre, camminano in simbiosi soprattutto se si pratica una vita all’aria aperta (sotto questo profilo, gli orti rappresentano il luogo “fisico” ideale). La produzione di prodotti controllati e dalla certa provenienza e qualità, inoltre, garantisce la prevenzione e il contrasto a obesità minorile – una piaga ormai scoperta – e all’esclusione sociale. Il progetto “Semi di solidarietà”, inoltre, favorisce l’accrescimento della consapevolezza e lo sviluppo delle competenze nelle persone con disabilità, rendendole autonome e aumentando la loro autostima, facendole sentire più coinvolte e meno emarginate: la coltivazione di un orto, in grado di dare un frutto “concreto” può rappresentare un fiore all’occhiello della loro quotidianità. Allo stesso tempo, si favorisce l’interazione tra più generazioni, garantendo la trasmissione dei saperi e delle abilità (ad esempio dal nonno al nipotino) e la promozione della comunità di prossimità. Proporre modelli sostenibili di produzione e consumo. La produzione a “chilometro 0” e senza l’uso di fertilizzanti o altri prodotti chimici offre, inoltre, un’innumerevole serie di vantaggi: dall’autoproduzione di verdura, ortaggi e frutta da campo alla creazione di modelli ecologici e sostenibili: in sostanza, la promozione e la diffusione della “cultura del verde”. Ciò avviene anche attraverso anche l’offerta di un corso specifico teso ad ampliare le conoscenze dei partecipanti. Allo stesso tempo, la realizzazione degli orti solidali mira alla valorizzazione del paesaggio e all’implementazione della qualità dell’ambiente.

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