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Cosenza e il (complicato) ballo delle punte tra suggestioni, obiettivi e rimpianti: i cinque “casi” che riscaldano l'estate rossoblù

Il ballo delle punte. Chiuso - con il consueto sudore della fronte versato a litri - il capitolo allenatore (Caserta, ufficializzato ieri), c'è da riempirlo quel foglio bianco, possibilmente tinteggiandolo con un rossoblù sgargiante. Quale foglio bianco? Quello recante la scritta “attaccanti”. Già, perché per i cinque giocatori che attualmente occupano la prima linea ma sembrerebbero (almeno tre o 4 di loro sicuramente) solo di passaggio e ne servirebbero... altri cinque. Almeno cinque, perché Caserta giocherà col tridente e le alternative fanno sempre comodo.

A oggi, per intenderci, il parco attaccanti a disposizione del tecnico Caserta è composto da Zilli, Finotto, Arioli, Sueva e Pandolfi (gli ultimi due di rientro dal prestito). Impensabile che il Cosenza possa presentarsi ai nastri di partenza così. Solo il primo dei cinque (Zilli, appunto), e non certo con i gradi da titolari, ha chance di poter restare. Finotto ha tradito le aspettative e se ricevesse un'offerta andrebbe via sicuramente. Per Arioli si cercherà una soluzioni in prestito. Da valutare, infine, l'eterna promessa (al momento non mantenuta) Sueva. Pure Pandolfi tornerà, come detto, a Cosenza, ma il suo armadietto è destinato a svuotarsi in tempi brevissimi.

Un attacco da ricostruire

E allora? Allora non si scappa dal restyling quasi totale dell'attacco. Tra suggestioni, obiettivi reali - più o meno raggiungibili - elementi esperti da valutare e giovani di prospettiva, sono cinque i nomi sulla bocca di tutti in questa fase embrionale di calciomercato.

Tutino: il sogno

Ciò che lega Gennaro Tutino (27 anni) a Cosenza è qualcosa di speciale. Sin da quando, da bambino, frequentava la città dei bruzi per via della presenza della zia. Poi, la prima botta d'adrenalina della carriera: promozione dalla C e consacrazione nell'anno successivo in B (con in mezzo una fuga... da Carpi). Tutto troppo bello. Da lì in poi, dopo l'addio ai “lupi”, non c'è stato il crescendo che tutti (lui per primo) s'attendevano: Verona, Salernitana, Parma e Palermo sono state esperienze non all'altezza delle aspettative. Ecco perché Cosenza, unica piazza in cui Tutino ha reso al massimo delle proprie possibilità, rappresenterebbe un porto sicuro. Ma nel calcio non contano solo i sentimenti. Tutino, tanto per cominciare, dopo la parentesi con alti e bassi a Palermo, è tornato a Parma (non è scattato l'obbligo di riscatto, condizionato alla promozione in A). Quindi, chiunque decidesse di acquistare, anche solo in prestito, l'attaccante partenopeo, dovrebbe sedersi a tavolino con i ducali. E si sa, quando c'è da ragionare sulle cifre, il presidente Guarascio la tira per le lunghe (lunghissime). Tutino vorrebbe conoscere presto il suo destino, quindi la questione si sbloccherebbe solo se realmente non ci fosse nessuno a bussare alla porta del Parma fino ad agosto inoltrato. Si era vociferato anche di un interesse del Venezia, dell'Ascoli e, addirittura, del Catanzaro. Si profilerebbe un'asta, altro scenario che taglierebbe fuori il Cosenza. Ecco perché, salvo sconvolgimenti, il Tutino bis è da catalogare come “sogno”. Poi, le vie del mercato sono infinite...

La Mantia: la suggestione

Tra chi conserva ricordi meravigliosi in riva al Crato c'è anche Andrea La Mantia (32), che ha Cosenza, in coppia con Arrighini, sfiorò i playoff di C per una manciata di punti. E all'epoca la corsa agli spareggi spareggi di fine anno era limitata ad appena quattro squadre: un risultato che nessuno è riuscito a centrare in precedenza, né dopo (nell'anno della promozione il Cosenza si trovava più in basso ma agguantò i playoff che nel frattempo erano stati allargati a più squadre). Il suo percorso, a differenza di Tutino, è stato meno travagliato e si è attestato come ottimo attaccante di categoria in B, con un paio parentesi e qualche gol anche nella massima serie. Nella stagione appena conclusa, il crollo in C con la Spal (che nel frattempo lo ha riscattato dall'Empoli). Il suo nome interessa, ma c'è consapevolezza che accontentare i biancazzurri (vogliosi di riprendersi subito la cadetteria) non sarà facile. Anche qui: la concorrenza non manca.

Zarate: il ricordo

Su Mauro Zarate (36) è calato il silenzio. Dopo il grave infortunio che lo ha tirato subito fuori dalla mischia e la “promessa” di accordo per il rinnovo da parte della società, non si è più parlato dell'attaccante ex Lazio e Inter. Difficile (impossibile) che la sua avventura in rossoblù prosegua.

Nasti: il desiderio proibito

Marco Nasti (20) è un beniamino “freschissimo” del pubblico. Sulla salvezza del Cosenza ci sono le sue zampate e la sua testa: sì, in tutti i sensi. Perché i piedi sono serviti per ribaltare la Reggina nel derby e offrire l'ossigeno vitale ai rossoblù nella corsa per non retrocedere, e la sua zucca è stata utile per sbloccare la partita playout d'andata contro il Brescia. E per testa (o zucca, che dir si voglia) s'intenda anche quella che ha sulle spalle perché gli ha suggerito di restare a Cosenza e lottare per la salvezza anche a costo di rinunciare alla convocazione con l'Under 20 in occasione dei Mondiali. Un gesto che dalle parti della città dei bruzi non dimenticheranno. Peccato solo che Nasti, al momento, sia destinato altrove (così come l'altro rossonero in prestito, il centrocampista Marco Brescianini). Inizialmente si era parlato del Lecce, poi del Palermo. L'affare Nasti vale un po' come quello Tutino: potrebbe sbloccarsi in direzione Cosenza solo nel caso in cui negli ultimi giorni di mercato il giocatore non avesse trovato una soluzione. Inverosimile.

Crespi: la scommessa

Valerio Crespi (19) è senz'altro la pista più praticabile. Molto giovane, italiano (ciò non guasta anche in ottica premi-valorizzazione...) e reduce da stagioni cariche di gol nel settore giovanile della Lazio (20 nell'ultimo campionato Primavera). Logicamente non arriverebbe per indossare i panni di numero 9 titolare, ma tra i cinque elementi offensivi della “rosa” di Caserta potrebbe starci bene. Se non altro, come quota giovane dell'attacco rossoblù (un po' come il Nasti dello scorso anno) non guasterebbe.

Lui (forse) e poi (almeno) altri quattro. Non si scappa.

 

 

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