Gli occhi sono sempre lucidi quando parla del suo Cosenza. Perché il rosso e blu a banda verticali gli ricorda tremendamente il periodo trascorso nella città dei bruzi quando il compianto papà, Gianni, era in panchina e in dirigenza. Per la festa dei 110 anni non poteva mancare, Di Marzio junior. E lo fa mentre abbraccia Gigi De Rosa e Albertino Urban, due figliocci di Di Marzio senior, che Gianluca lo videro crescere. Raccontano aneddoti, si commuovono, sorridono. Teatro di questa piccola rimpatriata, manco a dirlo, lo slargo che di recente è stato intitolato proprio alla memoria di Gianni di Marzio: «A papà sarebbe piaciuto moltissimo questo Cosenza, anche se Caserta è troppo offensivo per i suoi gusti», ironizza mentre De Rosa e Urban annuiscono. «Sapete la cosa più bella di Cosenza e dei cosentini. la sua capacità di rendere tutti “del posto” anche se sono nati altrove: si pensi a noi tre, ma soprattutto a Marulla, Bergamini, allo stesso Tutino. Una piazza magica».
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