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Le “primule” calabresi scovate dalle forze dell’ordine in giro per il mondo

Le storie dei blitz compiuti negli ultimi anni. I ricercati calabresi fermati anche in Brasile, Colombia, Olanda, Francia e Canada

I cacciatori e le prede. Protagonisti d’inseguimenti in giro per il mondo, tra aeroporti, scali navali, lussuosi resort, fazende sudamericane, eleganti magioni nel cuore dell’Europa e moderni grattacieli canadesi e statunitensi: la sfida tra le “primule” della ’ndrangheta e lo Stato si consuma da anni a cavallo dei continenti. Il latitante più longevo d'Italia è, peraltro, un calabrese: si chiamava Michelangelo Franconieri, era di Rizziconi, ed è rimasto alla macchia per 43 anni, dal 1958 al 2001. L'arresto di Antonio Strangio, avvenuto a Bali, in Indonesia, è solo l'ultimo colpo di una lunga serie.

Approfondiamo

La Francia A Saint Etienne, giovedì scorso, è stato arrestato Edgardo Greco, pluriomicida ed ergastolano cosentino alla macchia dall’ottobre del 2006. Viveva facendo il cuoco in un ristorante-pizzeria di proprietà di un siciliano. In Francia, prima di lui, nel 1982 venne arrestato a Cape d’Antibes, il superboss reggino Paolo De Stefano e, dopo di lui, negli anni a seguire, Natale Rosmini di Reggio (2001) e Luigi Facchineri di Cittanova (2005).

La Penisola iberica

In Spagna sono stati individuati e ammanettati Vittorio Raso (a Castelfidelis nel giugno 2022) originario della Piana di Gioia ma residente nella provincia di Torino e Mario Palamara (Fuengirola - Malaga ottobre 2022) originario di Melito Porto Salvo. Prima di loro erano stati scovati, nella terra della “corrida” , Riccardo Greco, di Cosenza (Algeciras 2008) ricercato per omicidio e, nel maggio del 2002, Santo Maisano, esponente di spicco della ‘ndrangheta di Reggio. In Portogallo, invece, è finita la latitanza nel marzo del 2021 di Francesco Pelle, detto “Ciccio Pakistan”, ergastolano di San Luca coinvolto nella faida culminata nella strage di Duisburg.

Il Sudamerica

Rocco Morabito, detto “Tamunga”, di Africo, arrestato prima in Uruguay nel 2017 e, dopo una clamorosa evasione dal carcere di Montevideo, riacciuffato in Brasile nel 2021, sta scontando in Italia una condanna definitiva per narcotraffico,. E nella patria del Samba hanno finto la loro fuga pure Vincenzo Macrì, di Siderno, figlio di “Don Antonio”, preso nel 2017 nell’aeroporto di San Paolo mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto a Caracas; Nicola Assisi, narcotrafficante di Grimaldi attivo nel Torinese, scovato in una lussuosa abitazione di Praia Grande lungo il litorale di San Paolo, nel luglio del 2019 in compagnia del figlio, Patrick, latitante come lui. In Colombia, nell’aprile del 2013 hanno finito la loro “vacanza”, Domenico Trimboli, il “boss dei due mondi”, originario della Locride e Santo Scipione, di San Luca, entrambi bloccati in circostanze diverse nell’area urbana di Medellin. Tutti e due erano stati imputati e condannati per traffico internazionale di coca. A Bogotà, invece, nel luglio di quello stesso anno finì dietro le sbarre Roberto Pannunzi, detto “Bebè”, originario di Siderno e ritenuto il più grande broker della cocaina degli ultimi 30 anni. In Argentina, in un quartiere di Buenos Aires, nell’ottobre del 2022, è stato invece ammanettato Carmine Maiorano, 68 anni di Cassano, indagato per traffico di stupefacenti in combutta con i “cartelli” paraguaiani e la cosca sibarita degli Abbruzzese.

Il Canada

In un grattacielo di Toronto, nell’agosto del 2008, è finita la fuga di Giuseppe Coluccio, originario di Gioiosa Ionica, ricercato all’epoca per traffico di droga. Nella città dell’Ontario, tre anni prima, era stato arrestato pure Antonio Commisso di Siderno, ricercato dalla Dda di Reggio nel quadro di un’inchiesta antimafia.

I Paesi Bassi

Ad Amsterdam, in Olanda, è stato fermato, nel 2009, Giovanni Strangio, di San Luca condannato per la strage di Duisburg, mentre a Utrecht, nel 2013 è stato individuato Antonio Nirta, pure lui di San Luca, inseguito da un mandato di arresto del Gip di Reggio.

La Germania

In terra tedesca sono finiti in manette esponenti di vertice delle cosche dell'area ionica del Cosentino: Pietro Marinaro, storico braccio destro di Franco Carelli, mammasantissima di Corigliano, arrestato a Francoforte nel 1998; Giovanni Cimino, azionista della cosca ionica, preso pure nella città industriale germanica nello stesso periodo e Giorgio Basile fermato nel 1997 e poi divenuto collaboratore di giustizia. A Duisburg finì invece in manette nel febbraio 2011 Bruno Pizzata, di San Luca, ricercato per narcotraffico.

Il latitante più longevo e... beffardo

Spetta a un calabrese, una vera e propria diabolica leggenda della 'ndrangheta, il record di latitanza in Italia. Si chiamava Michelangelo Franconieri, era di Rizziconi, e si diede alla macchia nel 1958 perchè ricercato per omicidio. E' rimasto alla macchia fino al 29 dicembre del 2001 (43 anni, più del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano) presentandosi ai medici dell'ospedale di Polistena, il 29 dicembre del 2001. «Chiamate i carabinieri che mi corrono dietro da più di 40 anni», sussurrò ai medici, «loro capiranno». Il vecchio ordine di carcerazione gli venne notificato dai militari della compagnia di Taurianova in corsia. L'imprendibile “primula” spirò il giorno dopo, beffando tutti. Era vecchio e malato.

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