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Longobardi in tutta la sua bellezza nella mostra di Rizomi e Martire FOTO

Si chiama "sguardi d'acqua", la mostra fotografica che, allestita all'interno di alcuni locali del centro storico di Longobardi, ha visto un'ampia ed eterogenea partecipazione, a partire dalle scuole. La mostra, con gli scatti a cura di "Rizomi Longobardi", piattaforma social che negli ultimi mesi ha riscosso parecchio successo per l'approccio innovativo e curioso, e di Vittorio Martire anch'esso promotore di un sito - longobardiinfoto.it - appassionato di fotografia, è stata organizzata dalla Pro Loco di Longobardi, e vede ritratti numerose gurne e paesaggi. In particolare come testimonia Rizomi "dalle ricerche effettuate possiamo contare almeno 50 gurne distribuite in tutto il territorio di Longobardi". La prima in ordine di tempo, di tipo medievale, è quella adiacente la chiesa della Tauriana, il primo vero insediamento di Longobardi.
È stato sorprendente vedere il centro storico di nuovo ripopolato, un auspicio affinché questi momenti si moltiplichino. Ad aprire le porte, oltre agli autori che hanno raccontato del progetto, è stato il sindaco Giacinto Mannarino, accompagnato da vice sindaco Antonio Costabile, e da alcuni componenti della giunta e del comune. A seguire, le scuole primarie e secondarie si sono diretti verso alcuni palazzi storici dietro la guida di "Animal Farm Longobardi", la fattoria didattica di Samuele Garritano e Valeria D'Agostino. Protagonista della passeggiata, infatti, dietro l'entusiasmo di grandi e piccoli è stata Martina, l'asinella che ha percorso l'antico percorso naturalistico per giungere in paese. La mostra ha rappresentato dunque qualcosa di più, riprendendo un concetto importante che emerge da alcune foto e poi spiegato bene da Rizomi. "Una volta le donne avevano le gurne quali lavatoi o innaffiatoi come punto di ritrovo e di socialità". È significativo riparlarne oggi nell'era della tecnologia, della società dell'immagine, in cui lo sguardo è parecchio lontano dal presente. A rendere prezioso questo momento anche la piccola tappa presso la casa museo di Francesco Miceli, in cui sono stati mostrati oggetti antichi perché - come ha spiegato Miceli - "il nostro passato è il nostro futuro".

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