«Tessere nella storica sede di Fendi a Roma, insieme ad altri 19 straordinari artigiani nell’ambito del progetto hand in hand, voluto da Silvia Venturini Fendi, è stata un'emozione indescrivibile».
Che il suo nome appaia in una mostra voluta dalla famosa maison di moda Fendi non stupisce chi, in realtà, in Calabria e in tutta Italia ha conosciuto il suo strabiliante artigianato artistico e ora la “sua” baguette, definita più ecologica. Pasquale Filippelli ha cuore e radici a Bocchigliero, un meraviglioso borgo montano alle pendici del parco nazionale della Sila, anche se ad adottarlo è stato il comune di Mirto Crosia, dove sogna di formare nuovi giovani che possano riscoprire la bellezza di lavorare con le mani. «Sono emozionato e onorato – ha raccontato Filippelli – perché per me il lavoro è vita. E non potrei mai abbandonare il mio primo amore. Potrei dedicarmi al giardino, coltivare altri hobby, come spesso mi invitano a fare, ma il cuore batte per la mia arte. Coltivata sin da bambino e che ora grazie a Fendi girerà il mondo».
Il tono del maestro tessile di fama internazionale comunica emozione. Come se il percorso romano desse un senso a tutta la strada fatta. Quando imparò l'abc dall'amata zia Elisabetta, che voleva distogliere quel bambino ansioso di emularla, quasi fosse un disonore nell’Italia post-bellica: «Ricordo come se fosse ieri il mio girovagare in quelle stanze. Avevo 7 anni. Mia zia “armeggiava” con il telaio e io l'osservavo con meraviglia, chiedendole insistentemente di poter imparare. Lei, inizialmente, frenò l’entusiasmo dicendomi che non si trattava di un mondo per maschietti, ma poi cedette, insegnandomi tutti i trucchi tessili».
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