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Gino Fazio l'irriducibile, portiere dello Scala Coeli a 62 anni. “Ho iniziato quando nasceva il mio idolo Buffon”

Ha iniziato a stare tra i pali 44 anni fa, esattamente quando nasceva Gigi Buffon, il suo idolo. Oggi, a 62 anni suonati, Gino Fazio è ancora lì a difendere la porta della squadra di calcio del suo paese, lo Scala Coeli, piccolo comune ai confini tra le province di Crotone e Cosenza, che attualmente milita nel campionato di terza categoria. Oltre alla longevità di atleta, Fazio vanta un altro record: l’attaccamento alla maglia 'azzurrina', dal suo esordio nel 1978, infatti, non ha mai cambiato casacca. Proprio domenica scorsa Fazio è stato schierato tra i pali nel derby tra l’Asd Scala Coeli e l’Asd Cariati che però ha perso per 5-3. Con lui in campo giocavano anche i suoi figli Pasquale e Ivan. Gino Fazio è un docente di musica, maestro di banda musicale, ottimo trombettista.

Il suo ... Scudetto

Il suo scudetto Fazio può dire di averlo vinto quando, nell’ormai lontano 1981, la squadra di Scala Coeli si è aggiudicata il campionato di terza categoria. «Ho iniziato a giocare nel lontano 1978 - racconta Fazio - e ho partecipato a tanti campionati di calcio basando il mio credo sportivo sulla serietà e la massima applicazione nel lavoro e sul campo, atteggiamento che mi ha aiutato a tenere lontano gravi infortuni permettendomi di giocare fino a oggi». A consentirgli di abbattere le barriere anagrafiche spiega Fazio, rivelando il segreto della sua longevità atletica, «è soprattutto la passione, nonostante l’età avanzata, grazie anche all’integrità fisica. Per migliorarmi ho seguito sempre attentamente i consigli e le direttive dei miei allenatori, senza mai entrare in polemica con nessuno di loro, anzi ero sempre attento a cogliere il meglio dei loro suggerimenti». La sua storia Fazio vorrebbe che fosse presa ad esempio dalle giovani generazioni: «Quella voglia interiore con cui scendo in campo mi piacerebbe trasmetterla nella loro mentalità, sempre rispettando gli avversari e le regole del gioco. Facendo calcio mi sono sentito sempre realizzato trasmettendo sempre a tutti i miei compagni il miglior comportamento per vivere il calcio come un gioco e non come una sfida».

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