Il virus è un soffio incerto che scorre dentro le cavità carsiche della nostra sanità per riemergere negli ospedali dove la vita e la morte tornano a sfiorarsi. Il problema è che la Calabria ha sprecato il vantaggio di mesi a trazione “covid-free”, ignorando la necessità di pianificare una strategia concreta per fronteggiare la diffusione del patogeno in sicurezza.
Il timore di una seconda ondata alimenta il rischio di un sovraccarico d'accessi in pronto soccorso, con un personale impreparato ad affrontare l'eventuale assedio di ammalati. All'“Annunziata” di Cosenza (ma la situazione è identica negli altri ospedali della provincia), le tende per il triage esterno restano chiuse.
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