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Mariti assassini, femminicidi a Cosenza e Brescia: Sonia e Giuseppina accoltellate

Non si arresta la lunga serie di femminicidi. Il drammatico bilancio si aggiorna e porta a sette il numero delle donne uccise in una settimana. Nelle ultime 24 ore due donne calabresi Sonia Lattari, 43 anni, e Giuseppina Di Luca, 46 anni, hanno subito la violenza omicida dei mariti che si sono trasformati nei loro assassini. Sonia è stata uccisa a Fagnano Castello, nel cosentino, al culmine di una lite, con alcune coltellate dal marito, che è stato fermato dai carabinieri. Giuseppina, originaria di Morano Calabro, ha subito la stessa sorte ad Agnosine, in provincia di Brescia. A ucciderla il marito dal quale si stava separando.

Le due comunità sono incredule e sotto choc.

A Fagnano Castello, borgo sulle pendici che separano l’entroterra dalla costa tirrenica cosentina, Sonia Lattari è stata raggiunta da almeno dieci coltellate all’addome. Il marito, Giuseppe Servidio, camionista di 52 anni, subito dopo, ha chiamato il 112 per avvisare i carabinieri. Servidio ha ucciso la moglie al culmine di una lite tra i due avvenuta in un crescendo di discussioni piene di sospetto che si protraevano ormai da un po’. Chi conosceva la coppia parlava di liti continue da alcuni mesi. Si indica la gelosia come detonatore. L’uomo ha provato a “difendersi” parlando di comportamenti della moglie che non gli erano piaciuti. Servidio, ai militari, ha raccontato, tra l’altro, che l’altra sera la vittima non sarebbe rientrata a casa. A Fagnano Castello, a quanto pare, nessuno era a conoscenza dell’aggravarsi dei rapporti tra marito e moglie e del rischio di un esito violento. Profondi sono stati la sorpresa e lo sconcerto.

Giuseppina Di Luca è morta invece in una palazzina moderna di via Marconi ad Agnosine, paese della Valsabbia in provincia di Brescia, scappando dal marito che non accettava di diventare ex. Paolo Vecchia, 52 anni, ha aspettato la vittima sul pianerottolo dell’abitazione dove lei era andata ad abitare un mese fa, in attesa di completare le pratiche della separazione. La donna aveva deciso di dire basta alla storia dalla quale erano nate due figlie di 21 e 24 anni, e lui ha reagito con violenza sanguinaria, dopo che nell’ultimo mese aveva pedinato la moglie. «Non ci sono denunce» assicurano i carabinieri di Brescia.
Secondo la ricostruzione agli atti, Paolo Vecchia ha inseguito Giuseppina sulle scale, sapendo che sarebbe dovuta andare a lavorare, e l’ha colpita con un coltello a serramanico e poi con un pugnale. Almeno una decina di fendenti. Subito Paolo Vecchia si è diretto dai carabinieri a Sabbio Chiese dove si è costituito e ha consegnato le armi utilizzate. Poi si è chiuso nel silenzio e davanti al magistrato si è avvalso della facoltà di non rispondere

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