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Cassano, Francesco Faillace lascia il carcere

Annullata l’ordinanza del gip

Presunta estorsione alla Sposato P&P: Francesco Faillace torna libero. Il Riesame ha annullato l’ordinanza del Gip di Catanzaro e revocato la precedente misura cautelare disposta nei confronti del 39enne cassanese. Per la presunta tentata estorsione di natura mafiosa all’impresa che fornisce calcestruzzi e altro materiale utile per la costruzione del terzo megalotto della Statale 106 Jonica per il tratto Sibari-Roseto, oltre a Faillace, 39enne, erano finiti in manette Nino Abbruzzese, 37enne, e Francesco Genovese, 55enne. I fatti risalgono alla notte tra sabato e domenica del 3 luglio scorso quando un incendio doloso aveva distrutto due betoniere e una betonpompa, nell’impianto di calcestruzzi e di inerti della ditta “Sposato P&P Srl” in contrada Salinari, al confine tra i comuni di Francavilla e Cassano. I danni erano stati ingentissimi e calcolati in circa mezzo milione di euro. Il cantiere, appunto, fornisce il materiale destinato ai lavori in corso per la costruzione del nuovo tracciato del terzo megalotto Sibari-Roseto della Strada statale 106 jonica. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Cassano e dalla Dda di Catanzaro, un dipendente della “Spostato P&P” sarebbe stato condotto in un agrumeto al cospetto di altre due persone che gli avrebbero intimato di riferire al suo datore di lavoro che avrebbe dovuto necessariamente presenziare ad un incontro in cui sarebbero state meglio precisate le loro richieste.

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