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Autonomia, il “no” scende in piazza a Cosenza: sanità e scuola in lotta sulle barricate

Questa mattina dalle 9 è in programma la seconda manifestazione promossa dalla Cgil

Cosenza torna sulle barricate. Questa mattina dalle 9, la Cgil porterà in piazza, sindacati, associazioni, studenti, movimenti, amministratori locali e cittadini per chiedere ad una sola voce di «fermare la spinta secessionista» che rischia di affondare una Calabria già inclinata su di un fianco.
Il diritto alle cure è, ormai, sospeso da anni. Nel Cosentino la situazione è sul bordo del baratro con medici di famiglia a rischio scomparsa. Ce ne sono sempre meno e tra qualche anno, a causa dell’anagrafe pesante, ce ne saranno ancora di meno. Dal Pollino alla Sila, l’assistenza ai mutuati dovrebbe essere garantita da 508 “camici bianchi” ma, attualmente, ne mancano 60 e rappresentano la conseguenza di una scarsa attenzione della politica. L’errata programmazione e la necessità di tagliare la spesa hanno prodotto il “buco” nell’assistenza territoriale. Uno scenario che ha ispirato abbandoni di massa per raggiunti limiti d’età o per cambiare destinazione o incarico. Diminuiscono le “vocazioni” e crescono i mutuati. Ammalarsi, soprattutto, nei piccoli borghi è un rischio. Perché può capitare che col medico di famiglia manchi anche il riferimento della guardia medica. E nel Cosentino su 492 postazioni solo 166 sono garantite. Normale che chi stia male, anche non troppo male, finisca per rivolgersi all’ospedale.
E poi c’è la scuola. Il piano del dimensionamento è stato solo l’ultima invenzione che finirà per aumentare le disuguaglianze anche nel mondo dell’istruzione. L’autonomia differenziata rischia di portare il Sud intero, già privato di tutto, verso un margine pericoloso tra povertà educativa, fuga dai banchi ed emigrazione.

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