Il Gip Claudia Pingitore, ha scarcerato Acqua Moses, 47 anni, nigeriano accusato di concorso nel rapimento della neonata Sofia avvenuto martedì scorso un una clinica di Cosenza.
Il Gip ha accolto le richieste degli avvocati Teresa Gallucci e Gianluca Garritano. Resta invece in carcere la moglie, Rosa Vespa, 51 anni, autrice materiale del rapimento che nel corso dell'interrogatorio ha scagionato il coniuge nigeriano.
«Il mio assistito - ha detto il suo difensore, Gianluca Garritano - è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie».
Ancora molti aspetti da chiarire
Rosa Vespa ha risposto per oltre un’ora alle domande del giudice, ma su molti aspetti non ha saputo dare alcuna spiegazione delle motivazioni del rapimento. Il suo racconto è stato interrotto anche da momenti di pianto in cui la commozione ha preso il sopravvento. Vespa ha detto di non aver pianificato alcun rapimento, ma dal suo racconto è emerso che ha finto una gravidanza per nove mesi. Da qui l’acquisto di indumenti per il bimbo, dei decori, le foto e i post. La donna ha escluso un coinvolgimento di terze persone ed ha precisato che non ha mai voluto farle del male.
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