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Il femminicidio di Lisa Gabriele a Montalto, arrestato l'ex poliziotto Maurizio Abate

L'assassinio di Lisa dagli occhi blu. Maurizio Abate, ex poliziotto, di 50 anni, è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso, il 7 ottobre del 2005 Lisa Gabriele, una ragazza ventiduenne di Rose con cui aveva una relazione. L'uomo è stato fermato stamane dai carabinieri del colonnello Agatino Saverio Spoto a San Lucido. Il corpo di Lisa venne ritrovato la mattina di domenica 8 ottobre 2005 in un boschetto di Montalto Uffugo.

Simulò il suicidio per nascondere l'omicidio

L'omicida simulò un suicidio per nascondere il delitto facendo ritrovare vicino alla salma e sulla vettura della vittima un finto biglietto di addio, delle confezioni di tranquillanti e delle bottiglie di superalcolici. L'autopsia disposta dalla Procura dimostrò invece che la ventiduenne era stata soffocata. Le indagini all'epoca non sortirono alcun risultato.

La svolta da una lettera anonima

Nel 2018 la svolta con l'invio di una lettera anonima sia in procura che a polizia, carabinieri e alla redazione di Cosenza di Gazzetta del Sud. Nella missiva si indicava Abate come autore del delitto. Intercettazioni, esami del DNA e dichiarazioni di un pentito hanno consentito alla procura diretta da Mario Spagnuolo di chiudere il cerchio.

Abate: le armi, la droga e i depistaggi

L'ex poliziotto Maurizio Abate è finito sotto indagine negli anni scorsi con l'accusa di detenzione illegale di armi. La Mobile di Cosenza, nel settembre del 2019, trovò nello scantinato che era nella disponibilità dell'uomo una pistola calibro 9 per 21 con matricola abrasa. Abate venne arrestato. Le indagini avviate nell'ottobre del 2005 per fare luce sulla morte di Lisa Gabriele subirono rallentamenti e depistaggi a causa di discutibili condotte tenute da un sottufficiale dell'Arma con cui la ragazza aveva rapporti. Le indagini condotte dai carabinieri di Rende hanno accertato anche questo.

All'epoca del delitto Abate prestava servizio nella polizia stradale di Cosenza poi è stato trasferito in Prefettura. In seguito è stato arrestato ed espulso dalla Polizia. Nella indagine condotta dalla procura di Cosenza per l'omicidio di Lisa Gabriele è indagato pure per spaccio di droga.

Il movente

Il movente dell’omicidio sarebbe da ricondurre all’esasperata volontà dell’indagato di interrompere la relazione allontanando definitivamente da sé la vittima, determinata a frequentare l’uomo nonostante la moglie di quest’ultimo avesse partorito un figlio ed alla luce del rischio che la moglie sapesse della relazione extraconiugale sottraendogli, così, il neonato.

L’ultimo periodo di vita della vittima sarebbe stato caratterizzato dai tentativi della donna di continuare la relazione l’uomo, temendo, tuttavia, di subire ancora violenze ed arrivando a temere per la propria vita anche a seguito di strani accadimenti come danneggiamenti dell’autoveicolo ed ai cavi elettrici dell’abitazione della vittima nonché la morte sospetta della cagnolina deceduta appena dieci giorni prima di Lisa.

Le intercettazioni

Gli inquirenti avrebbero intercettato frasi ritenute parziali ammissioni dell’indagato e conversazioni di parenti ritenute rilevanti ai fini della ricostruzione della vicenda. Le conversazioni in codice intercettate riguardavano anche l’acquisto, la suddivisione e lo spaccio di droga. La cassetta delle lettere era il deposito temporaneo dove la droga poteva essere prelevata dal figlio avvisato dal padre circa l’arrivo di una «bolletta» o di «raccomandata». Diversi acquisti di marijuana (denominata in codice «gelato") sarebbero stati effettuati dall’uomo con la conseguente cessione di droga in favore del figlio a cui era stato sequestrata dai carabinieri di Rende, il 29 agosto 2020, una modica quantità di marijuana.

Il presunto complice

Una persona di cui non è stata accertata, al momento, l’identità avrebbe aiutato Maurizio Mirko Abate nelle fasi che hanno fatto seguito all’omicidio di Lisa Gabriele. Il complice, in particolare, avrebbe aiutato Abate a rimuovere il corpo senza vita della giovane dall’appartamento in cui fu commesso l’omicidio ed a trasportarlo nel bosco di Montalto Uffugo in cui poi fu ritrovato, a bordo dell’automobile di proprietà della giovane. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rende proseguono, dunque, per identificarlo.

Avrebbe rubato la pistola ad un collega

E' questo il motivo per il quale Maurizio Mirko Abate fu congedato nel 2019 dalla Polizia di Stato. Il particolare emerge dagli atti dell’indagine dei carabinieri della Compagnia di Rende e del Comando provinciale di Cosenza che ha portato stamattina all’arresto di Abate, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. L'ex agente, secondo quanto si è appreso, nega ogni addebito. L'arresto di Maurizio Abate è stato eseguito dai carabinieri di Rende, guidati dal capitano Mariachiara Soldano e dagli investigatori del Reparto operativo provinciale, diretti dal tenente colonnello Dario Pini.

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