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Castrovillari, imprenditore strozzato da interessi del 400%: 10 arresti. I nomi

Nel corso delle intercettazioni, oltre a responsabilità per condotte di usura, sono state accertate anche ipotesi delittuose di diversa natura

Un imprenditore edile “strozzato”. Ritrovatosi, dopo aver ottenuto un prestito privato di 30.000 euro, a dover pagare interessi usurari del 400 per cento annui. E’ questa la vicenda che fa da sfondo all’operazione antiusura scattata stamane a Castrovillari che ha coinvolto 12 persone, tra cui una donna, arrestati per ordine del gip della città del Pollino, Luca Colitta, su richiesta del pm Flavio Serracchiani.

I nomi

In azione poliziotti, finanzieri e carabinieri che hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare a Francesco Ciminelli, 58 anni; Pasquale Andrea Maradei, 43; Pietro Quintieri, 51, tutti di Castrovillari; Salvatore Pantusa, 64 anni, commercialista di Celico; Michele Sementilli, 44, di Fiumicino e Luca Stendardo, 54, di Pomezia, tutti destinatari di custodia cautelare in carcere. Agli arresti domiciliari sono stati invece assegnati Filomena Cerchiara, 43 anni; Antonio Lombardi, 52; Paolo Mari, 44, tutti di Castrovillari. In carcere anche Damiano Diodati 33 anni di Terranova da Sibari accusato di detenzione di armi.

Come operavano

Per celare il pagamento di somme di denaro destinate a far fronte agli interessi usurari sarebbero stati simulati pagamenti a una ditta utilizzata come paravento. A Pantusa e Quintieri viene inoltre contestato il delitto di estorsione perché il primo avrebbe attirato con una scusa l’imprenditore vittima dei presunti “cravattari” nel proprio studio e l’altro l’avrebbe in più occasioni pesantemente minacciato perché in ritardo nella dazione delle somme  concordate. Sarebbe stato l’imprenditore finito nella morsa dell’usura a confermare i retroscena della intera vicenda. Il gip Colitta ha disposto il sequestro di denaro e conti correnti riconducili agli indagati. Altre due persone, verso le quali non sono state emesse misure restrittive risultano al momento coinvolte nell’inchiesta.

L'inchiesta

L’inchiesta nasce da una prima denuncia sporta dall’ imprenditore edile che ha esposto alle forze dell’ordine di essere stato assoggettato a pressioni usuraie da parte di un sodalizio con base operativa a Castrovillari. A fronte di un prestito iniziale di circa 30.000 euro, mediante gravi minacce, gli era successivamente stata imposta la restituzione (nel periodo dal 2012 al 2018) di una somma di oltre 250.000 euro in denaro, beni e servizi. Peraltro l’imprenditore/vittima, nel periodo in cui era assoggettato ad usura, aveva subito atti intimidatori (allo stato rimasti a carico di ignoti) palesatisi, in tempi diversi, con il rinvenimento di cartucce calibro 38 presso il proprio cantiere, una tanica di benzina ed atti intimidatori rivolti a lui ed ai suoi stretti congiunti. A questa faceva seguito altra denuncia sporta da un piccolo commerciante al dettaglio che riferiva di aver ricevuto, in più soluzioni, un prestito complessivo di € 2.300 a fronte del quale era stato costretto a pagare una quota interessi di circa 5.000 euro. Le pretese usuraie sono state interrotte soltanto grazie all’intervento degli inquirenti.

La Procura della Repubblica di Castrovillari, sulla base delle denunce sporte dalle vittime, ha delegato l’esecuzione di indagini, anche di natura tecnica, finalizzate ad acquisire elementi investigativi di riscontro e ad individuare gli autori delle condotte usuraie. L’attività investigativa posta in essere, in stretta sinergia tra tutte le forze dell’ordine, anche attraverso attività di osservazione, pedinamento e controllo dei soggetti sottoposti ad indagini nonché attraverso accertamenti di natura economico- patrimoniale e finanziaria, ha permesso non solo di acquisire importanti elementi di riscontro alle circostanze denunciate dalle due vittime ma anche di individuare una nutrita platea di soggetti bisognosi e, in quanto tali, assoggettati a pretese usuraie da parte del sodalizio criminoso.

Nel corso delle intercettazioni, oltre a responsabilità per condotte di usura, sono state accertate anche ipotesi delittuose di diversa natura. E’ stato infatti documentato il furto di apparecchiature elettroniche (computer e stampanti) perpetrato da due tra i responsabili delle condotte usurarie, in danno dell’Ufficio del Giudice di Pace di Spezzano Albanese: per tale evento delittuoso i due autori, colti in flagranza a seguito di un’attività di riscontro appositamente predisposta da militari dell’Arma, sono stati deferiti per furto aggravato, perpetrato utilizzando un automezzo appartenente all’ASP di Cosenza, di cui il principale indagato è intraneo. Le captazioni hanno altresì offerto gravi elementi indiziari circa una illegale detenzione di arma comune da sparo ed armi da guerra. I due indagati per tale reato, infatti, si erano addirittura adoperati per acquistare alcune armi da un pregiudicato del comprensorio castrovillarese per poi cederle ai due indagati laziali, Sementilli e Stendardo, destinatari  come detto di ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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